Terzo capitolo della ricchissima saga "Hell on Earth " che vede protagonista la True metal band per eccellenza. Si sono sprecate le critiche di chi ritiene questi DVD un modo come un altro per spillare euro sonanti ai tantissimi fans di De Maio, devoti e fedeli ai loro idoli come di rado avviene in ambito musicale; di sicuro si può affermare che questa non si tratta di un'operazione commerciale, alla luce della qualità e della quantità del materiale contenuto nei tre capitoli fino ad ora usciti. Certo, Hell on Earth part III non può avere la pretesa di far gola a chiunque visto che comunque le prime due uscite avranno saziato un pò tutti, non solo i fan più sfegatati. Le chicche non mancano tra video d'epoca (imperdibili sono i video di Gloves of Metal e Blow your Speakers) e scenette degne di Zelig in cui Eric Adams mostra il suo lato più spiritoso, De Maio sfoggia orazioni al limite del patetico (da intendersi nella sua originaria accezione) e Scott Columbus non si tira mai indietro quando c'è da fare un pò di sano casino. Il primo dei due DVD riprende dalla precedente edizione, con 32 capitoli su concerti e avvenimenti in numerose città europee e non solo; è presente tra l'altro una lunga parte dedicata alla loro prestazione al Gods of Metal di tre anni fa con la memorabile esecuzione del Nessun Dorma. Belli anche gli spezzoni dagli altri paesi anche se forse in Hell on Earth part II c'era un pò più equilibrio tra canzoni dal vivo backstage (in questo episodio prevalgono nettamente i backstage). Il secondo DVD è forse quello più interessante poichè propone delle reali variazioni sul tema con l'intera collezione di video promozionali, ognuno con relativo making of nella sezione bonus, e la prestazione dei Manowar in Germania in occasione del Ringfest. I video come detto in precedenza sono molto divertenti, ma non si distinguono certo per particolare bellezza, sono un documento interessantissimo e soprattutto completo per gli aficionados. La prestazione al Ringfest in Germania è ahimè un pò fiacca: non me ne voglia nessuno, ma rispetto ad altre occasioni, qui i quattro non sono sembrati in forma smagliante e soprattutto una scaletta forse troppo diluita da intermezzi e autocelebrazioni, non la rendono troppo appetibile anche se dal vivo, è bene ribadirlo, i Manowar sono dei maestri. Chiaramente quanto detto fin ora non ha senso se chi sta leggendo queste righe è un loro accanito fan: qui di roba ce n'è eccome, il problema forse è che il prodotto è meno fruibile dei due precedenti dal momento che comincia a diventare un pò ripetitivo. Per il resto sapete cosa aspettarvi e come comportarvi di fronte a codesta band.