Giovane band nata solo quattro anni or sono, gli Excommunion approdano in poco tempo al debutto discografico grazie alla Empire, label che ha sede in Polonia, paese che negli ultimi anni si è reso protagonista di numerose scoperte nel campo del metal più estremo. Il sound dei quattro attinge a piene mani dal passato dei migliori Morbid Angel, ma mantiene una buona dose di originalità grazie all'unione del death più canonico e violento alle sonorità cupe del doom dei primi '90. Benchè si tratti di sei tracce della durata sopra la media, questo "Superior" non annoia e prende in tal modo le distanze sia da una scena death inflazionata e ormai costellata di uscite banali e scontate, sia dalla scena doom dell'ultimo decennio, contraddistinta spesso da release soporifere al limite della sopportabilità. Ottima la produzione del lavoro e soprattutto la performance tecnico-esecutiva del quartetto, capitanato dal possente drumming di Dustin Selveen. Nel corso dei quasi quaranta minuti di questo "Superior" si passa brillantemente da candenzati e cupi riff doom ad assalti violenti, brutali e veloci; ottima la title-track, a mio avviso il pezzo migliore del lotto, e "Serpent of Deep". Pur non trattandosi di un capolavoro, questo debut-album degli Excommunion si attesta senza problemi sopra la media; qualche pecca ovviamente c'è, a partire da alcuni luoghi comuni ritriti presenti nelle liriche e nell'artwork, ma considerando la giovane età della band non si può che passare sopra a queste piccolezze e cominciare ad aspettarsi grandi cose dal futuro.
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