Senz’altro positivo (ma non trascendentale) questo lavoro per i novaresi Quinto Livello, attivi dal 1996, che dopo alcuni cambi di line up approda al debutto sulla lunga durata per la romagnola Loudblast, da un anno e mezzo a questa parte molto attiva nel territorio underground italico. Il platter, contenente otto songs, si sviluppa su sonorità che prendono spunto dalla frange più metalliche e ruvide del post – core di derivazione statunitense (Biohazard, Quicksand ed Helmet su tutti), sfiorando anche sonorità un pochino più noisy e crossover, il tutto caratterizzato dalla scelta di cantare in italiano, forse penalizzante nell’economia del sound della band piemontese: il risultato finale è che comunque i Quinto Livello graffiano, ma non fino in fondo come dovrebbero, lasciando come un vuoto…forse è proprio la rabbia che non esplode completamente, ma rimane imprigionata, come un urlo soffocato nella gola. Le songs mostrano un songwriting tondo, senza troppe pecche, che purtroppo alla lunga tendono ad appiattirsi, ma che comunque mostrano l’elevata potenzialità del combo italiano, forse ancora da esprimere al meglio. La produzione del lavoro mi sembra sufficientemente buona, decisamente incentrata sul suono delle chitarre, mentre basso e batteria rendono il tutto un pochino cupo, grazie soprattutto al suono della grancassa, forse troppo pieno. Un debut comunque nel complesso positivo, ripeto, e che lascia intravedere una band che potrebbe avere una crescita notevole da un album all’altro.
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