Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:60 min.
Etichetta:AB Records

Tracklist

  1. COME IN /CURLEY
  2. PERCEPTIONS OF REALITY (THE BEAST)
  3. RED STAINED CHILDHOOD
  4. ACHTUNG BANDITEN!
  5. APO-LOGY
  6. ANNA-MAE
  7. SENTENTIA

Line up

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E' una proposta musicale molto personale e ricca delle influenze più svariate, quella che ci propongono questi Wounded Knee, usciti con "Heyoke" sotto AB Records; all'interno del lavoro si possono riscontrare spunti che toccano anche un certo tipo di prog, ma che ben si intergrano con passaggi più energici, come nella opener "Curley", introdotta dalla breve intro "Come In". A farla da padrona è soprattutto il cantato, ottimo sia sul piano interpretativo che su quello tecnico-esecutivo, che in certi passaggi mi ha ricordato come timbrica quello di Fabio Lione. Più che buona anche la performance del drummer dietro le pelli, autore di una prova variegata e convincente, mentre non convincono troppo le chitarre, penalizzate forse da un suono secco e poco deciso. La produzione non ha grandi difetti, anche se risente di una certa artigianalità, specialmente per via dei suoni di batteria, un po' poco aperti. Nell'arco dei sette pezzi si passa da brani più sostenuti, come con la già citata opener, a brani più articolati quali "Perceptions of Reality" o "Achtung Banditen"; ad essere sincero apprezzo i Wounded Knee quando più premono sull'accelleratore, e trovo che sia proprio "Achtung Banditen!" ad essere il brano meno convincente del lavoro, per via di invadenti tastiere e di momenti troppo vicini ad ad atmosfere rock easy listening. Si ritorna su buoni livelli con "Apo-logy", che abbandona però presto i ritmi incalzanti dell'esordio per scivolare verso tecnicismi esasperati che non aiutano a mantenere il filo conduttore. "Sententia", lungo brano di oltre dodici minuti che passa trasversalmente da momenti di distensione a scelte di netto stampo prog, va a chiudere un lavoro che non manca certo di buoni spunti. Quello che non c'è è la continuità, anche all'interno degli stessi brani, abbandonata a favore di tecnicismi ritmici che spesso dicono poco e che sembrano piuttosto inseriti a forza. Un lavoro solo sufficiente, quindi, che poteva essere di molto migliore, ma che fa comunque promettere grandi cose dal futuro.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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