Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:49 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE RISING
  2. LIGHT IN THE BLACK
  3. REIGN OF FIRE
  4. DREAM EVIL
  5. BLOOD, SWEAT & TEARS
  6. THUNDERBALL
  7. PRAYER FOR THE DYING
  8. NIGHT COMES DOWN
  9. MORTAL SIN
  10. FINAL WARNING
  11. PRIDE & GLORY
  12. BLOOD OF THE KINGS

Line up

  • Mike Tirelli: vocals
  • Georg Kraft: guitars
  • Alexander Hitz: guitars
  • Wayne Banks: bass
  • Eckhard Ostra: drums

Voto medio utenti

Debutto scintillante quello dei Messiah's Kiss, giovane band che vanta dietro al microfono niente meno che Mike Tirelli, una delle migliori voci del metal US, nota ai più per la collaborazione con Jack Starr (nei Burning Starr) e per la militanza negli Holy Mother. Quello che la band tedesca (sì, avete letto bene: eccetto Tirelli, gli altri quattro componenti arrivano dalla Germania) ci propone è niente meno che un heavy metal robusto, trascinante ed aggressivo, che attinge a piene mani dai maestri del genere, Accept e Judas Priest, pur conservando una buona dose di personalità. "Our music doesn't even begin to pick up on short-lived trends or colourless fads, we do what we love and what we definitely do best: classic heavy metal". Niente meglio di questa frase, tratta dalla biografia della band, può descrivere le intenzioni dei Messiah's Kiss: "Prayer for the Dying" non dice assolutamente nulla di nuovo, eppure riesce ad essere fresco e godibile, tanto che dopo pochi ascolti si incastra nel lettore e fatica ad uscirne. La voce di Mike Tirelli è a dir poco fenomenale: massiccia, aggressiva ma melodica, cruda ma toccante, tecnica ma diretta. E' proprio la sua prestazione sopra le righe dietro al microfono a cambiare le carte in tavola e ad alzare di non poco il livello complessivo del lavoro; personalmente non ho riserve nel dire che non lo sentivo così in forma ed a proprio agio dai tempi dello squisito "Toxic Rain" con gli Holy Mother. Ridurre però le influenze dei Messiah's Kiss alle band rispettivamente di Udo e della coppia Downing/Tipton sarebbe riduttivo: "Prayer for the Dying" spazia infatti da un power tedesco '80 ad un heavy di netta matrice USA, con forti richiami ai Metal Church che furono e ai Riot più aggressivi. "Light in the Black" o "Reign of Fire" rappresentano gli episodi più convincenti del lavoro, anche se, a dir la verità, tutto l'album si mantiene su alti livelli, sicuramente sopra la media delle uscite del genere. Se il riff di "Blood, Sweat & Tears" vi sembrerà strappato da una "Heavy Metal Breakdown" dei Grave Digger, che dire allora della somiglianza della linea vocale di "Mortal Sin" con "Be Quick or be Dead" degli Iron Maiden? Eppure, nonostante questi plagi più o meno volontari (o forse si tratta di intenzionali tributi?), i Messiah's Kiss riescono ad essere dannatamente personali e riescono a convincere più della maggior parte di quelle band che cercano solo di imitare (invano) i grandi del genere (qualcuno ha detto Majesty?). Tra spunti alla Running Wild (nella bella "Thunderball") e rimandi ai Priest ("Night Comes Down"), questo debut-album fila via liscio come l'olio, senza annoiare minimamente e senza perdere la propria carica travolgente. E' forse solo la conclusiva "Blood of the Kings" a risultare un passo sotto le altre, per via di scelte facilotte forse troppo al passo con i tempi. Per il resto però si tratta di un album robusto, che più heavy non si può, ben prodotto, ottimamente suonato ed arrangiato alla perfezione. In un mercato ricco di zuccherosi album confezionati ad hoc per fare breccia nel pubblico, un album spontaneo, diretto e sincero quale "Prayer for the Dying" non può che essere manna dal cielo. Insomma, fatelo vostro assolutamente e preparatevi ad un headbanging sfrenato!
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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