Non amo particolarmente le compilation, soprattutto quando vengono vendute a prezzo pieno e contengono solo pezzi giù pubblicati e reperibili - diciamo - attraverso altre fonti più o meno ufficiali. Ormai è indiscutibile l'enorme ruolo che riveste la documentazione su Internet, l'ascolto di mp3 tratti dai siti ufficiali o dai network peer-to-peer per esempio, nella guida verso l'acquisto o il rifiuto di un album. E credo sia assurdo proporre di spendere 20 bigliettoni per portare a casa un prodotto che servirà solamente come sampler per scegliere altri album che meriteranno in futuro di essere comprati! Certo che se la raccolta viene venduta ad un prezzo competitivo, e contiene anche qualche pezzo inedito o di gruppi non propriamente famosi, questa acquista un valore aggiunto e anche una ragion d'esistere, come nel caso di questa Contaminated 5.0. La Relapse non ha fatto niente di sconvolgente, intendiamoci, ma il tentativo di buttare in mezzo ai soliti The Dillinger Escape Plan, Nile, Pentagram e Mortician alcuni nuovi nomi non è del tutto da buttare. Possiamo citare tra questi gli High On Fire, con un signor pezzo, e i Dysrhythmia, dei cloni più o meno schizzati degli Spastic Ink... ma alla fine dovrete proprio essere voi a decidere quali tra gli artisti contenuti sono meritevoli di un ascolto approfondito o sono solo altra della fuffa che ci viene proposta mensilmente dal mercato discografico. In questo doppio cd di carne al fuoco ce n'è davvero molta; tra l'altro nel primo dischetto la musica è più orientata verso lo stoner/doom, mentre nella seconda parte si parla quasi esclusivamente di death, ma tra le due anime non mancano di adagiarsi dei pezzi quasi-jazz, altri più gotici, altri ancora vicini al crossover o all'hardcore. Non saprei dire se questo sia un ascolto davvero consigliato: ho ascoltato compilation decisamente migliori, ma sono anche entrato in contatto con delle raccolte fatte esclusivamente per lucrarci sopra, ma non è il caso di questa Contaminated 5.0. Se avete intenzione di conoscere una schiera di artisti agguerriti e abbastanza eterogenei, alcuni dei quali sono già oggetti di culto, fatela vostra.
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