Gli Evergrey sono una band ancora poco conosciuta da noi, ma in possesso di un notevole potenziale che l’anno scorso è stato ben rappresentato dall’oscuro concept album “In Search Of Truth”. Il loro stile è difficilmente etichettabile, si tratta di una sorta di dark progressive metal in cui parti dal sapore tipicamente prog si alternano a ritmiche heavy ed a passaggi più riflessivi e profondi. “Recreation Day” è il loro quarto album in studio ed ha il difficile compito di non far rimpiangere il precedente. Diciamo subito che stavolta non si tratta di un concept, ma anche che il disco è bello e sufficientemente personale: gli Evergrey, grazie soprattutto alla particolare voce di Thomas Englund, hanno saputo sviluppare durante gli anni uno stile abbastanza riconoscibile, come testimoniano questi 11 nuovi brani. L’apertura, affidata alla veloce “The Great Deceiver”, può essere fuorviante poiché mette subito in mostra un passaggio di chitarra al fulmicotone, tipico del prog metal più classico e “scolastico”, ma la parte centrale della canzone e il rallentamento finale ci fanno capire che in realtà gli Evergrey sono rimasti fedeli alla loro formula. Già dalla successiva “End Of Your Days” è chiaro che l’intento della band è quello di produrre brani dinamici e coinvolgenti, più che di mettere in mostra la propria tecnica strumentale. Chitarre secche e precise, tastiere avvolgenti, ritmiche varie e bei ritornelli corali: così si presenta gran parte di “Recreation Day”, che brilla soprattutto per la solidità delle canzoni e per una produzione quanto mai adatta al sound proposto. Fra i pezzi migliori dell’album va segnalata sicuramente la title track, un solenne mezzo tempo con un gran bel refrain, senza dimenticare episodi altamente melodici come “Unforgivable”, “Blinded” o “Your Darkest Hour” . Discorso a parte per uno dei momenti migliori dell’album, ovvero l’acustica “Madness Caught Another Victim”, registrata dal solo Englund con chitarra e voce: un brano semplice, breve ma comunque molto intenso. Menzione d’obbligo anche per il singolo “I’m Sorry”, che altro non è che la cover di un’artista pop finlandese, Dilba, sconosciuta da noi ma molto apprezzata in patria: gli Evergrey sono riusciti a dare la propria impronta ad una canzone originariamente lontana dal proprio stile, ora trasformato in una bella dark ballad.
In sostanza, quello che abbiamo fra le mani è un buon disco, ottimamente eseguito e prodotto, che farà certamente felici i fans degli Evergrey e che potrebbe senza dubbio essere apprezzato anche da chi predilige la musica suonata con intelligenza. Con “Recreation Day” i cinque svedesi hanno dato prova di una buona maturità artistica, e anche se questo album non si può certo definire un capolavoro, sono certamente sulla strada giusta per potersi togliere delle notevoli soddisfazioni in futuro.
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