Giuro che ci ho messo tutta la buona volontà di questo mondo per cercare di trovare un qualche aspetto salvabile di questo allucinante disco intitolato In Waste, opera di un singolo individuo rispondente al nome di Jeff Phillips, da cui il ritardo con cui arriva la seguente recensione (Graz non me ne volere!)
Eppure, nonostante molteplici e sofferti ascolti, non sono proprio riuscito a trovare niente che riuscisse a motivare le mie (in principio) buone intenzioni nei confronti dei Carrier Flux. Definiti come "a mixture of emotion & brutality - from Black to Gothic Metal" (tanto per mostrare come alle etichette stesse non sappiano in che modo presentare certi obbrobri), questa "band" ha messo insieme quanto di più indescrivibilmente malato mi sia mai capitato tra le mani e dove la parola "musicalità" sembra essere bandita con forza dall'insensatezza delle tracce proposte.
Analiticamente, per prima cosa colpiscono la qualità della registrazione, che spara in primo piano una cantato in classico stile gothic (di quelle più noioso e lagnanti per intenderci) sullo sfondo del quale trovano posto, nell'ordine, una batteria (rigorosamente campionata) inumana, dai trigger orrendi, e un'accozzaglia di strumenti inclassificabili, tra i quali si distingue di tanto in tanto qualche chitarra elettrica.
Genio mancato Jeff Phillips od ottuso metallaro incallito il sottoscritto? Ecco il dubbio che mi assale alla fine dell'ascolto di In Waste; e meno male che, sempre presso l'etichetta, i Carrier Flux vengono definiti come "non paragonabili a nessun altra band": certo un'altra esperienza del genere non la consiglierei proprio a nessuno.
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