Ogni album di Joe Lynn Turner sale un ulteriore gradino. "Holy Man" era bello, "Slam!" era molto bello, questo "JLT" è da urlo.
Non riesco a capire come a 50 anni suonati, l'ex voce di Deep Purple/Rainbow/Malmsteen/Fandango ecc, sia ancora in perfetta forma, ma devo dargli atto, non sbaglia un colpo. Questo cd è sulla falsariga di quanto sentito su HTP (e ben presto potremo ascoltare il secondo capitolo della coppia Hughes/Turner), un hard-rock blueseggiante con inserti hammond molto Deep Purple, anzi è più Deep Purple questo cd di quanto non lo fosse il bistrattato "Slaves&Masters" che vedeva proprio Turner affiancare Blackmore e soci (album che a dire il vero a me piaceva molto più delle ultime produzioni di casa Purple). Parte subito a razzo con "In Cold Blood" dove la voce al vetriolo di Turner la fa da padrone.
Segue "Jump Start" più soft e sinuosa e vicina alla Mark 3 di Coverdale/Hughes. "Dirty Deal" parte in un modo che mi ricorda "Perfect Strange", ma appena Joe inizia a cantare si capisce che Gillan non potrebbe più cantare ormai in quel modo. Le chitarre di Al Pitrelli macinano riff su riff e il suono è pieno e corposo.
"Love don't live here" smorza i toni dell'album, un medio-lento con un solo malinconico e la voce di Turner che intona note melodiche come solo lui sa fare dai tempi dei Rainbow.
"Excess" si mantiene su toni medi mentre "Let's Go" è veramente strana, hard-rock ma con parti vocali anomale per JLT. "Cryin' Out Loud" è un altro blues che permette a Joe di giocare sulle note che più si adattano alla sua voce pastosa. "Fantasize" è il classico hit single, accattivante, catchy, che ti prende sin dall'inizio. "Blood Fire" è di nuovo Mark III dei Deep Purple e anche la seguente "Drivin' with my eyes closed" che però ricorda anche "Slaves&Masters" che incontra i Rainbow...ma non poteva essere diversamente visti tutti gli ex-Rainbow che suonano sul cd (Morris, O'Reilley, Smith). "Hit the switch" pigia il pedale su tonalità più hard che comunque si adattano ugualmente alla voce di JLT.
Chiude il cd "Reprise" che con un'inizio strano (mi ricorda persino i Motley Crue dell'album con John Corabi) chiude un bellissimo album con un solo di chitarra veramente da brivido.
Nel complesso un altro gioiello come Hughes e Turner ci stanno abituando ultimente a sentire, sia in coppia che negli album solisti. Ancora un altra gemma da incastonare nella lunga collana dell'hard-rock di classe.
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