Non poteva essere altrimenti, un paio d'anni fa il loro demo "Secession Makes Post Modern Music" aveva lasciato capire il valore dei Klimt 1918, ed è stato altrettanto inevitabile che a metterli sotto contratto fosse la My Kingdom Music, un'etichetta che sinora non ha sbagliato un colpo. "Undressed Momento" è quindi una doppia conferma, sulle scelte della My Kingdom Music e sulla bravura dei Klimt 1918. Per le registrazioni dell'album il gruppo romano si è avvalso degli Outer Sound Studios e della produzione di Massimigliano Pagliuso e di Giuseppe Orlando (entrambi nei Novembre), con quest'ultimo che si è prestato anche per le backing vocals di "We Don't Need No Music". L'album si apre con una traccia senza titolo, una introduzione davvero strana che dà la sensazione di essere stata estrapolato da un qualche film. In seguito alcune frasi in francese introducono sia "We Don't Need No Music" sia "Stalingrad Theme", questo attira l'attenzione sulle liriche dell'album, assolutamente non banali e lontane dai trend del genere. Nella già citata "We Don't Need No Music" fanno capolino anche alcuni versi in italiano, una scelta che condivido e che anzi avrei sfruttato maggiormente. Tre quarti d'ora di musica da ascoltare con quell'attenzione che permette di assaporare al meglio le sfumature delle diverse canzoni e la bravura dei quattro musicisti, anche se quello più in vista è ovviamente il cantante (ma anche chitarrista) Marco Soellner, davvero bravo per prestazione vocale e personalità. Quello che i Klimt 1918 riescono a mettere ottimamente in musica è l'incontro di una certa rock wave anni '80 con atmosfere decadenti, che detto così, oltre ad essere un po' limitativo, sembra una cosa semplice. Ma non lo è. Rispetto al demo ho addirittura la sensazione che la componente propriamente metal abbia lasciato il passo ad un songwriting che, sopratutto per quanto concerne le chitarre, deve molto ai primi U2 (vedi "Parade Of Adolescence"), ma anche ai Beatles, The Cure o i Police. Le chitarre che introducono "That Girl" ricordano invece quelle dei Paradise Lost, anche se nell'anima metal dei Klimt 1918 si respirano molto di più le suggestioni di Katatonia, Novembre e Anathema. Le sonorità più "cattive" sono presenti sulla conclusiva "Stalingrad Theme", una prima parte tipicamente Death Metal, poi il brano, pur mantenendo un andamento energico, assume dei toni malinconici ed allo stesso tempo drammatici. A descriverlo "Undressed Momento", potrebbe apparire come un album ostico da ascoltare, ma non è così. Ascoltatelo e ne sarete testimoni.
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