Una mazzata incredibile quest'ultimo album della cult band genovese! Incredibile notare come Peso and co. si siano evoluti dalla loro reunion, maturando un sound sempre più personale e complesso, fino a giungere a questo "Ton(e)s of Hate", il capitolo più complesso, forse quello della svolta per la band; già perchè nonostante siano presenti e molto ben sviluppati gli elementi che hanno reso grande e riconoscibilissimo il sound dei Necrodeath, c'è un approccio alle canzoni e uno sviluppo delle stesse nettamente diverso. E intrigante. In questo nuovo capitolo a farla da padroni sono sopratutto il groove e l'impatto, figli di una magistrale produzione ad opera di Giuseppe Orlando dei Novembre, veramente eccellente anche nelle vesti di produttore; le canzoni hanno perso in frenesia e in alcuni frangenti in velocità, ma ora hanno una strutturazione fresca e accattivante, sono pesanti come le tonnellate d'odio citate nel titolo; titolo quanto mai azzeccato e che cela un gioco di parole: "tons of hate" sono le tonnellate di odio mentre "tones of hate" sono le tonalità dell'odio. La voce di Flegias è rimasta abrasiva, caustica e tagliente come al solito suggellata da una prestazione veramente magistrale, forse la migliore da "Mather of all Evil"; John non è mai stato così incisivo e rende il sound massiccio e cupo; Claudio è il solito macinatore di riff e questa volta, supportato da una delle migliori sezioni ritmiche in Italia, sfodera una prestazione d'autore, con assoli di gusto e ritmiche letteralmente granitiche; ma a fare veramente la differenza è Peso: favorito dalla produzione di un Giuseppe Orlando , batterista dei Novembre, particolarmente attento alla resa sonora del suo strumento, lascia a bocca aperta per la perfezione del suo drumming e soprattutto la ricchezza di soluzioni adottate spesso pregevoli ed eleganti tanto quanto pesanti e rocciose. Un grande pregio delle nove composizione del platter è sicuramente l'orecchiabilità pur trattandosi sempre di un disco thrash old style, forse più che in passato; già perchè molte soluzioni ci riportano alle sonorità tipiche di gruppi thrash anni '80 come Sodom, Kreator, Slayer, più che delle nuove leve nord europee che forse avevano influenzato non poco i recenti album dei genovesi. Da citare la bella rivisitazione di "Flag of the inverted cross", song contenuta nello storico "Into the Macabre". Per il resto il disco viaggia su ritmi abbastanza lenti, mid- tempo e accelerazione sono molto frequenti e canzoni come "Last ton(e)s of hate" e "Queen of Desire" si candidano a diventare delle hit devastanti dal vivo. Inoltre l'ottava traccia vede Flegias destreggiarsi nel cantato pulito alternato in maniera molto convincente con la sua classica tonalità sfregiante.
Questo "Ton(e)s of Hate" è davvero convincente e soprattutto conferma la notevolissima qualità del materiale proposto dai Necrodeath a livelli nettamente sopra la media in ogni loro uscita discografica. Non più una conferma, ma una consacrazione.
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