Avessi scommesso qualche anno fa sui Vomitory, avrei perso tutta la quota. Partiti ben quindici anni fa come gruppo onesto ma non trascendentale grazie al debutto “Raped in Their Own Blood”, ero rimasto abbagliato in rapida successione dalla magnifica doppietta “Redemption” e “Revelation Nausea”, che mi avevano convinto sull’estrema bontà del combo nordico e sulla probabile ascesa dei nostri all’Olimpo del death metal. Puntualmente, eccomi smentito dai due lavori successivi, “Blood Rapture” ed il nuovissimo “Primal Massacre” che pur essendo comunque degli onesti lavori non riescono a competere con quanto fatto in precedenza dai Vomitory. Tuttavia, Erik Rundqvist e compagni si confermano dei mestieranti all’altezza, in grado di dire la loro in ogni capitolo e soprattutto capaci di consegnare nelle mani dell’ascoltatore ciò che ogni fan del death metal si aspetta: titoli efferati, produzione pesante e nitida (ottimo il lavoro svolto ai Berno Studios), voce catacombale ed ottima varietà ed alternanza di riffoni sparati ora alla velocità della luce, ora in ragionati e letali mid-tempos, assoli taglienti e fulminei ed una spruzzata di melodia qua e là per spezzare il ritmo incessante dato dai Vomitory. Trentacinque minuti che non potranno deludere l’eventuale acquirente di “Primal Massacre”, anche se conscio che i veri capolavori del quartetto fondato dal chitarrista Urban Gustafsson sono altri. Consigliatissimo l’ascolto per tutti gli amanti delle sonorità estreme.
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