Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:38 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. I - THE MACHINE
  2. (N)UTOPIA
  3. HATEFUL DESIGN
  4. NEVER ENOUGH
  5. TIMELESS
  6. WHICH WAY
  7. DEEP INSIDE
  8. OUTSIDE DOWN
  9. MCMXCII

Line up

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Sorprendente! Non trovo altre parole per definire l'evoluzione che gli altoatesini Graveworm hanno intrapreso con questo disco, che lascia appunto trasparire sin dal titolo una voglia d'innovazione: "(N)utopia", ovverosia la ricerca di una nuova e definitiva identità per una band che, pur avendo prodotto molti ottimi dischi nel corso della propria carriera, ha sempre dovuto confrontarsi con accuse di eccessiva similitudine nei confronti dei Cradle Of Filth. A questi detrattori il sestetto risponde con un album potente, incentrato in maniera decisa sulle chitarre, che lascia alle spalle quasi tutti gli spunti sinfonici che avevano dato lustro al precedente "Engraved In Black" ed al capolavoro "As The Angels Reach The Beauty" per avventurarsi verso nuove sonorità, spesso vicine al thrash/death di matrice svedese ed americana. Complici i numerosi cambi di line up, i Graveworm impongono all'ascoltatore le proprie coraggiose scelte non cercando di nascondere il proprio cambiamento, ma al contrario rendendolo palese soprattutto in brani come "Never Enough", debitori più al groove degli ultimi Machine Head piuttosto che alle eteree atmosfere dei Cradle Of Filth. Un plauso lo merita la graziosa tastierista Sabine la quale, nonostante la recente svolta sonora abbia messo in secondo piano il suo strumento, riesce comunque a tessere atmosfere intense che fanno da ideale ponte fra il passato ed il futuro della band, non rendendo così troppo traumatico questo "(N)utopia" per i fan della prima ora. Come al solito il carisma e la versatilità vocale del singer Stefan Fiori vengono confermati da una performance di alto livello, ma questa volta anche la sezione ritmica graffia, mostrandosi più presente e precisa rispetto al passato. Non mancano comunque episodi vicini alla passata discografia della band, in particolare le sentite "Timeless" e "Which Way", che riportano alla luce il lato più gothic della band. Non si può non ammirare i Graveworm per la scelta compiuta con "(N)utopia", dove le precedenti coordinate sonore vengono rimesse in gioco e modificate con coraggio; ora non resta che attendere la risposta del pubblico che, soprattutto negli ultimi anni, ha sempre saputo supportare in maniera massiccia la proposta musicale del sestetto di Brunico.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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