Non mi piace per niente questo disco. Inizio questa recensione con un’affermazione per alcuni del tutto infondata che non farà altro che attirare su di me le maledizioni di quanti apprezzano la proposta dei Demented Are Go. Tanto per chiarirci questo è il classico disco estremista: o lo si ama alla follia oppure lo si butta direttamente nella tazza del cesso e ci si affretta a tirare l’acqua. Estrema è la scelta della band nel proporre uno psychobilly marcio, rantolante, perfettamente in linea con quanto prodotto attraverso i dieci lavori precedenti e nell’esibizioni live in giro per i palchi di mezza Europa. Estremo è il look di questi deliranti individui: un incrocio tra il punk (quello vero!) inglese di fine anni settanta e il trucco di un Rob Zombie imbrattato di sangue. Morigerata la scelta di svecchiare leggermente lo stile dei pezzi distillando stralci di rock ‘n’roll (vedi ‘Out of Control’), ballads in completa putrefazione (‘Doin’ me In) e schegge di garage punk d’annata (‘Destruction Boy’). A completare questo malsano quadro aggiungete e shekerate a piacere la voce di Spark: lugubre, al vetriolo, in pieno stato di decomposizione e boutade d’effetto come l’inserimento di strumenti atipici come il mandolino (in ‘Someone’s Out To Get Me’). Divertente, se volete originale, sicuramente sentita ed autentica la scelta del quintetto e quasi quasi mi sento anche un pochetto perfido nello stroncare senza appello un gruppo che ha creato una tendenza nell’approcciare questo genere….tutto vero ma anche dopo qualche ascolto continuano a non piacermi perciò fate voi.
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