Periodo davvero fortunato per gli appassionati di rock psichedelico. Negli ultimi tempi alcune case discografiche si sono accorte dell’inaspettato ritorno d’interesse verso tale genere, per molti anni considerato nulla più dell’insignificante reparto geriatrico nel quale vegetano i pochi esemplari rimasti dell’estinta razza dei frikkettoni. Così, fiutato l'affare, qualche etichetta ha cominciato a pubblicare una serie di novità interessanti, ma anche a ripescare dall'oblìo antichi lavori di eccelso valore.
Questa volta tocca alla Relapse, la label americana specializzata in heavy estremo ed alternativo, sorprendere gli amanti della musica lisergica con una ghiotta iniziativa: la ristampa di una strepitosa coppia di opere dei fondamentali
Sun Dial.
Per chi non è introdotto in quest'ambiente di nicchia stiamo parlando di una formazione britannica formata nel '90 dall'acid-guru Gary Ramon, formidabile chitarrista/cantante rimasto poi leader indiscusso della band anche attraverso i suoi tanti mutamenti fino ai nostri giorni. Se la popolarità dei Sun Dial non ha certo mai raggiunto vette elevate, la loro influenza sulla scena neo-psych ha avuto connotati di enorme importanza. Non si contano i gruppi che esibiscono uno stile ispirato al torrenziale diluvio space-wha generato dalla chitarra di Ramon, allo scorrimento fluido di ritmiche mantriche, alla rielaborazione di tematiche settantiane ed anche tardo-sessantiane, perfino alla dolce e fiabesca venatura psycho-folk-pop che i Sun Dial sono maestri nel far affiorare tra gli spazi lasciati liberi dagli acrobatici escapismi free-form.
Siccome le creazioni più geniali di Ramon e compagni sono concentrate nella prima metà dei ’90, oggi i Sun Dial godono della fama di grandi iniziatori della rinascita psichedelica contemporanea, pionieri nel riportare alla luce l’eredità della antica tradizione classica. I loro primi dischi erano però diventati piuttosto difficili da reperire, proprio perché usciti in un periodo di assoluto disinteresse per il filone da parte dell’industria musicale, perciò chi si è fatto conquistare dal rock acido solo di recente è tenuto ad approfittare dell’opportunità offerta da Relapse senza indugio.
Il primo degli albums ripubblicati è nientemeno che il mitico esordio della band "Other way out" (1990) da molti considerato una delle pietre miliari del genere, sicuramente tra le più belle realizzazioni di psichedelia rock di tutti i tempi. Viene presentato in versione rimasterizzata, completa di tutte le tracce bonus aggiunte nelle varie edizioni che il disco ha avuto nel tempo, ed ancora con allegato un secondo cd intitolato "Other way in" contenente estratti dai demo della band e qualche outtakes delle sessioni del debutto, cose fino ad ora immortalate esclusivamente su vinile.
Hendrix che jamma con i Pink Floyd all'interno di una navicella spaziale, ma anche l’incantevole folklore agreste delle brughiere inglesi, l’intensità elettrizzante del garage-beat, le atmosfere gentili e suadenti del prog romantico e tanto altro ancora. Chi non si è ancora stordito con le tempeste cosmiche di "Plains of Nazca", "Exploding in your mind","Magic flight" o del monumento allucinatorio "She's looking all around", troverà arduo capire da dove prende origine larga parte del movimento psych di ultima generazione.
La seconda ristampa non è di minor qualità anche perché “Return journey” fu concepito e registrato a poco più di un anno dal debutto, ma venne pubblicato soltanto nel ’94 risultando così il quarto capitolo della discografia Sun Dial.
L’impatto è leggermente meno impulsivo e viscerale, i suoni meglio definiti, lo sviluppo dei brani è più lineare e meno debordante (anche se i quattordici minuti del golgotha cerebrale “Sunstroke” valgono da soli l’acquisto!..nda) ed in qualche caso viene recuperata la forma-canzone. Bellissime fasi liquide ed eleganti aperture acustiche, qui i Sun Dial sembrano progredire nella rifinitura delle sfumature rinunciando a qualcosa in fatto di esplosività psych. In ogni caso si tratta di un’altra realizzazione di grandissimo spessore.
Il mio entusiasmo per essere riuscito a mettere le mani su questa coppia di gemme (e qualche barbaro musicalmente incolto le stava scriteriatamente gettando in pasto al volgo...nda) mi porterebbe a consigliarne l'acquisto in blocco a qualsiasi persona si dica amante di questa interpretazione del rock. Se proprio è necessario operare una scelta allora si può cominciare da "Other way out", anche in base alla corposità del materiale inserito nel pacchetto, ma alla prima occasione buona mi porterei a casa l'altrettanto essenziale "Return journey".
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