Silverbug è il monicker di questa ennesima crew composta da quattro scapestrati che ha deciso di infestare ulteriormente la rock and roll scene scandinava di questi tempi, lottando, sgomitando e sputando l’anima per riuscire nell’impresa di imporsi alla ribalta internazionale come già fatto in precedenza da The Hellacopters, Psychopunch e Turbonegro. Ed è proprio con questi ultimi che ritroviamo paralleli in comune nell’acidità del sound, nella sfacciataggine dell’assolo tout court, nella voce roca, persa e alcolica di Chris N, anche se, rispetto ai Turbonegro, risultano del tutto assenti gli spunti autoironici, la leggerezza nel distillare melodia e groove, pesantezza e fun. L’elemento distintivo dei Silverbug è l’apporto di massicce accellerazioni in parecchi pezzi ( e ‘Death in The Afternoon’ sia l’esempio lampante di ciò), del tutto riconducibili alla scena hardcore americana. Questo lo denotano anche i testi, molto crudi e diretti che si sposano però perfettamente con le ritmiche stoppate e squadrate del gruppo. Paradossalmente è proprio con ‘Good As Me’, ‘Steal The Rhythm’ e l’iniziale ‘Rub It Off On Me’ che i Silverbug colpiscono il bersaglio grosso, trattasi infatti di alcuni tra i pezzi più melodici, forniti di un chorus accattivante quanto basta, riff meno ruvidi e una modulazione delle vocals maggiormente dinamica ed impastata. Purtroppo non sembra essere questa la direzione che l’ensemble scandinavo sembra voler intraprendere per il futuro prossimo. La maggior parte delle quattordici tracks è infatti di durata inferiore ai tre minuti, per un totale di trentatreminuti che rende ‘Your Permanet Records’ un full lenght molto più vicino agli ambienti straight punk che al rock ‘n’ roll stradaiolo. Forse riusciremo a capirci qualcosa di più con il seguito, da quel che mi risulta, già in cantiere.
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