Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:38 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. PEOPLE LIKE PEOPLE LIKE PEOPLE LIKE US
  2. COCKBLOCKER BLUES
  3. DYSFUNCTIONAL PROFESSIONAL
  4. WE GO A LONG WAY BACK
  5. ROADS
  6. BLITZKRIEG LOVESHOCK
  7. THE MESS AGE
  8. I GOT SPADES
  9. HOLD ‘EM DOWN
  10. HEROES & HEROINES
  11. YOU CANNOT WIN
  12. THINGS TO DO BEFORE WE DIE

Line up

  • Nicke Borg: vocals, guitars
  • Dregen: guitars
  • Johan Blomquist: bass
  • Peder Carlsson: drums

Voto medio utenti

Al diavolo il ritorno degli zombies Motley Crue, del carrozzone live portato in giro per gli States dai Poison e Cinderella, della teorica supremazia americana in campo glam e sleaze rock. E’ bastato il ritorno degli Hanoi Rocks di Michael Monroe e la prima canzone di questo ‘People Like Us’, guarda caso proprio la title track, per spazzare via i Velvet Revolver e la gran parte della spazzatura che puntualmente viene recapitata sugli scaffali dei megastore di mezzo mondo. Comunicazione di servizio: i Backyard Babies sono tornati dalla natia Svezia per mettere a ferro e fuoco il vostro universo sonoro. Era da parecchi anni che non sobbalzavo in questa maniera sulla sedia, in preda a spasmi muscolari e isterismi vari. Ma mi chiedo, come si fa a rimanere immobili e inerti di fronte a ‘Dysfunctional Professional’, un anthem rock dalla portata cosmica, in grado di rivaleggiare con i Tiger Tailz di ‘Bezerk’. Se sieti rimasti orfani di un certo tipo di musica che riesca ad incarnare il vecchio motto “Sex, Drugs and Rock’n’Roll” smettete immediatamente di piangere: ‘Cockblocker Blues’ vi riporterà indietro di parecchi anni, precisamente a ‘Open Up and Say Ahh’ del “Veleno”, riprendendone pari pari il colore, lo sfarzo, il ritmo, la secca produzione veramente retrò ad opera di Nicke Andersson degli Hellacopters. Rispetto ai precedenti albums registriamo un sensibile miglioramento del songwriting, più lineare ed asciutto, vario e capace di allineare accanto agli anthems di cui sopra riferimenti a Jackson Browne e Neil Young in canzoni come ‘Road’, solo i grandissimi Dogs D’Amour seppero fare altrettanto in un genere spesso statico come questo. Non difettano sicuramente in energia scaricando sul povero ascoltatore macigni suadenti e mefistofelici (‘Hold ‘em Down’) oppure classici senza tempo (‘We Go A Long Way Back’) per una varietà di scelta e capacità compositiva davvero sbalorditiva per i Backyard solamente qualche anno prima, segno di un’evoluzione autentica e naturale. “Non siamo mai stati così ansiosi di tornare sul palco, suonare sul palco è l’unica benzina di cui questa band ha bisogno per continuare ad essere il contrappeso in questo business del c…o!” Parole sante, parole sante!
Recensione a cura di Alessio Minoia

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