Preannunciato nello scorso mese di febbraio dal singolo apripista ‘Rolling The Stones’ giunge sul mercato solamente in questi giorni il primo lavoro degli svedesi Le Mans, recensito positivamente da parecchi magazine di settore e lungamente preannunciato come un “happening” imprescindibile per tutti gli amanti di Depeche Mode, Placebo e (n.d.a. non capisco l’abbinamento) Stooges.
In realtà ‘Rebel Action’ è un disco di basso profilo che solo in alcuni frangenti acquista ben altro spessore: elegantemente arrangiato attraverso inserti di tastiere modello “giuditta” a tappezzare in ogni dove, impreziosito da quella chitarrina dall’effettino giusto, graziosamenet pulita quando serve ad accompagnare, reso digeribile dalla voce suadente e ammiccante quanto basta di Kris, questo dischetto più che i Placebo mi ha rimandato agli episodi più rockettari dei Cardigans anche se, a onor del vero, la predisposizione ad una certa elettricità di fondo è palpabile in ‘Forecast’ e in song come ‘Things To Bend’ e ‘Love Light’: veri ibridi tra i Depeche Mode di ‘Songs Of Faith And Devotion’ e i ‘Garbage’ del primo album.
La produzione scarna ben bilanciata unita ad una leggerezza nei toni e nelle sfumature di contorno al lavoro svolgono una benefica azione bilanciatrice rispetto a un songwriting piuttosto monocorde evidenziato dalla breve durata delle canzoni di volta in volta poste alla nostra attenzione unitamente a strutture fin troppo semplici e ripetute.
Il riepilogo di ‘Rebel Action’ ci parla di un sufficiente capitolo iniziale che dovrà essere alimentato con una notevole attività live e con una adeguata personalizzazione degli spunti (interessanti) fin qui mostrati.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?