La visione è l’ascolto di questo DVD mi ha fatto venire in mente i tempi del tape trading, una pratica piuttosto diffusa in passato, che consentiva ai fans di una particolare scena o di specifici artisti di scambiarsi tramite posta le più disparate “registrazioni pirata” riguardanti i loro prediletti.
Le liste dei traders erano infarcite d’incisioni dal vivo spesso contraddistinte da una qualità sonora al limite dell’udibile e anche se oggi la tecnologia, la Rete, il peer to peer e quello che volete Voi, ne hanno di fatto ridotto la diffusione ed eventualmente migliorato la qualità, le “prerogative” originali di tale attività rivivono in questo dischetto ottico: l’audio deficitario e i commenti del pubblico che talvolta sovrastano addirittura il volume della musica, si sommano ad immagini sfocate e sgranate, riprese, con una regia a dir poco “amatoriale”, tramite una telecamera fissa e spesso mal posizionata, rappresentando le specifiche collettive di uno show acustico in quel di New York (tenuto in varie locations) che, inframmezzato, da scene di vita da “turista” e “cazzeggi” vari, appare più come il filmino delle vacanze del buon Tyla piuttosto che la dimostrazione delle sue qualità artistiche in versione unplugged.
Ancora peggio, se possibile, si presenta, inserita tra gli extra del DVD, la seconda esibizione “a spine staccate” qui inclusa, la quale, ai difetti già descritti in versione accentuata, aggiunge pure il fastidio di contenere di frequente semplici brandelli di canzone, per un effetto complessivo assai sgangherato, che neanche la presenza di un irriconoscibile Spike (nel senso che non se ne riescono proprio a distinguere i tratti somatici!) in un paio di brani, riesce minimamente a migliorare.
In parecchie occasioni ti ho difeso, caro Tyla, per la tua creatività genuinamente “decadente”, la tua poesia “di strada” e l’immaginario vissuto e “maledetto” che ti ha sempre accompagnato e l’ho fatto anche quando la recente iperattività discografica avrebbe meritato dal punto di vista “etico” e, in parte, anche artistico, più critiche che consensi, ma qui non ci siamo proprio.
Un prodotto per il cui acquisto è presumibile un sostanzioso esborso economico (e che per di più, se confrontato con le memorie iniziali di questa mia disamina, ha anche l’aggravante di utilizzare un supporto impossibile da riciclare!), deve poter offrire qualcosa di meglio, anche per una forma di “rispetto” nei confronti di chi ti ha sostenuto in tutti questi anni.
Il valore assoluto delle canzoni rimane intatto e forse non ho saputo cogliere il significato profondo di un’operazione di questo genere, ma il mio consiglio è di destinare in maniera maggiormente costruttiva i propri risparmi. Se poi siete perdutamente “innamorati” di Mr. Tyla e provate l’impulso morboso di possedere tutto (ma proprio tutto!) ciò che lo riguarda, beh come si dice, al “cuor non si comanda” … perlomeno sapete quello a cui andate incontro!
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