Dite pure quello che volete ma un disco come ‘Love & Destruction’ è autentica manna dal cielo per le orecchie di un pubblico nutrito a nu-metal e alternative spesso ripetitivo, morto musicalmente prima ancora di svilupparsi compiutamente.
Il secondo lavoro dei norvegesi Thunderbolt colpisce nel segno per la scelta, del tutto controcorrente, di proporre un metal classico dal sapore vagamente Maideniano (‘Metallic Depression’) negli intarsi di chitarra, nel barocco di titoli canonici quanto basta (‘Heavy Metal Thunder’), nelle cavalcate trionfali di retaggio priestiano (‘Bad Boys’), nell’anthem senza confini, trademark di Saxon e Queensryche (‘Hi-Fidelity Heartbreak’).
L’ugola di Tony Johannessen è abile nel creare le basi più indicate per pezzi quadrati e regolari nelle cadenze, nelle aspettative, nelle strutture armoniche, mantenendosi egregiamente in linea di galleggiamento per l’inevitabile paragone con i grandi mostri sacri in questo dischetto evocati.
La produzione (pensiamo) volutamente retrò conferisce una ulteriore patina vintage ad un prodotto che degnamente promosso dalla Massacre Records sarà facilmente in grado di ritagliarsi uno spazio nel frastagliato panorama heavy rock contemporaneo.
Due ulteriori note a corollario di questa recensione: peccato per l’inadeguata copertina e un cerchiolino rosso in favore di ‘We Will Survive’, stratosferica track posta in conclusione di album.
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