Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:55 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FLY HIGH
  2. TAKING TIME
  3. SHE
  4. LEMON YELLOW SUN
  5. WAKE UP YOUR MIND
  6. SICK AND TIRED
  7. CONSTANTLY REMINDED
  8. SHOW ME THE WAY
  9. FAME
  10. SOME OF ALL MY FEARS
  11. SUMMER DAYS
  12. BETTER LUCK NEXT TIME

Line up

  • Ray Wilson: vocals, guitars
  • Uwe Metzler: guitars
  • Irvin Duguid: keyboards
  • Alvin Mills: bass
  • Nir Z: drums

Voto medio utenti

Ray Wilson come Blaze Bayley? Il paragone potrà sembrare una blasfemia, ma il senso del medesimo è dato da un fatto imprescindibile nella carriera di entrambi: aver avuto la fortuna/sventura di finire, seppur per un tempo breve, a cantare in una delle bands più conosciute del pianeta, per poi uscirne dopo poco tempo. Il marchio indelebile che un evento del genere lascia nella tua carriera, stando alla storia, è di quelli difficili da cancellare. E così, come Mr. Bayley ha faticato non poco a scrollarsi di dosso l’ingombrante appellativo di ‘cantante dei peggiori Iron Maiden’, il signor Wilson ha dovuto subire le conseguenze che può comportare cantare, seppur per un solo album, in una band dalla caratura spropositata come sono i Genesis. Fatta salva questa similitudine, però, le differenze ci sono: Blaze ha cavalcato un’onda che, volenti o nolenti, ha permesso al lungocrinito singer di far soldi e fama, ma di doversi adattare ad uno stile canoro distante anni luce dal suo. La dimostrazione lampante sono stati gli ottimi dischi dei Wolfsbane, prima dell’era Maiden, e la sfavillante carriera da lui intrapresa dopo l’uscita dalla Vergine di Ferro. Discorso diverso per Ray Wilson, che già nel 1994 dava con i primi Stiltskin dimostrazione di una versatilità ed un approccio canoro che non difficilmente gli avrebbero permesso di adattarsi nello scomodissimo posto lasciato vacante da Phil Collins nel 1996. Ma, ahilui, un ruolo del genere marchia in maniera permanente, e così, scioltasi la band originaria, il buon Ray ha navigato tra momenti di depressione, più o meno convincenti dischi solisti, ed apparizioni di tutto rispetto presso alcuni tra i migliori artisti della scena mondiale. È solo a distanza di dodici anni che Wilson riesuma il vecchio monicker e, accompagnato dal solo tastierista della band originaria, ma da una schiera di artisti di tutto rispetto (uno fra tutti, il drummer Nir Z, anche lui passato da casa Genesis), tira fuori dal cilindro un album maturo, vigoroso e convincente, figlio di un energico hard rock da sempre nelle corde dello scozzese.
Dodici i brani che danno vita a questo “She”, canzoni dalla forte impronta rock, con più di un pezzo pronto per il passaggio nelle rock radios americane. Uno su tutti? Il primo singolo, “Lemon Yellow Sun” (che doveva anche essere il titolo del nostro album), esprime in quattro minuti scarsi il credo dei nuovi Stiltskin: rock, melodia, e su tutto la voce ora graffiante, ora suadente, di un Ray Wilson in apparente ottima forma. Le canzoni si susseguono senza mai stancare, forti di una durata “radiofonica” e di una produzione che predilige le linee vocali. Tanti i pezzi da poter citare, dalla muscolosa opener “Fly High”, alla possente “Sick and Tired”, dove i riff ci spostano quasi al limite della metal ballad, alle dolci e suadenti “Show me the way” o “Taking time”, dove però non si perde mai la ‘botta’. Se ai tempi dei Genesis Ray Wilson fu accusato dallo zoccolo duro dei fans di essere troppo ‘grunge’ (erano gli anni ’90, dopotutto), oggi la sua attitudine più energica e rock paga, e gli permette di dare alle stampe un dischetto potente, di classe, ben suonato e convincente.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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