Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:46 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. EYES OF THE DEAD
  2. SHADOWLAND
  3. INVINCIBLE
  4. REVELATION
  5. NEVER DIE
  6. UNDERWORLD
  7. VENGEANCE
  8. FACELESS GOD
  9. BIRTH OF CHAOS
  10. THE WATCHER

Line up

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Attivi fin dal lontano 1995, quando in tempi non sospetti il power metal veniva considerato un fastidioso retaggio di un passato imbarazzante, da cancellare e dimenticare definitivamente, gli svedesi Nocturnal Rites hanno sempre saputo rendersi protagonisti con album di estremo interesse quali “In A Time Of Blood And Fire”, “Sacred Talisman”, virando in seguito verso territori decisamente più cupi e duri con il bellissimo “Afterlife”, a parere di chi scrive uno dei migliori album di power metal dell’ultimo decennio, evoluto ed intelligente. Vista la subitaneità della precedente svolta era grande la curiosità che precedeva il come back del sestetto scandinavo, tornato con questo “Shadowland” su territori più vicini alle origini, senza però perdere il groove e l’impatto acquisito con “Afterlife”. Vi siete mai chiesti come suonerebbe il maestro Yngwie J. Malmsteen se imbracciasse una sette corde? “Shadowland” è la risposta; spesso, infatti, sembra di ascoltare gli episodi dei Rising Force più metallici arricchiti da un gusto moderno eppure mai eccessivamente sperimentale. I memorizzabili refrain di “Eyes Of The Dead”, “Never Die” e “Vegeance” non mancheranno di mietere vittime, ciononostante un sottofondo di malinconia e delusione persiste; vista la qualità dell’illustre predecessore sarebbe stato lecito aspettarsi un seguito almeno pari in qualità, purtroppo il nuovo lavoro dei Nocturnal Rites manca l’obbiettivo dimostrandosi un disco buono ma non eccellente, eccessivamente minato da una certa carenza d’idee e da un mancanza di evoluzione che ha la tendenza a scadere nella banalità vera e propria. Fortunatamente il gusto per le melodie, caratteristica che i cinque svedesi hanno sempre posseduto, spesso distoglie l’attenzione dai sopraccitati difetti appagando temporaneamente l’ascoltatore grazie a soluzione godibili e pregne di classe. L’eccessiva staticità dei pezzi, quasi tutti mid tempos, lede ulteriormente il valore di un disco decisamente altalenate, a tratti veramente valido ma non scevro da pesanti difetti. Nota di merito per l’impeccabile produzione, conseguita nei Dug-Out Studio (Strapping Young Lad, Messhuggah, Stuck Mojo etc.) e per l’eccellente performance di Jonny Lindqvist, vocalist d’indiscusso talento al suo secondo disco con i Nocturnal Rites. C’è molto da rivedere e correggere, quindi, ma anche parecchio da apprezzare… sperando in un veloce ritorno ai fasti passati.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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