A 10 anni dall'indimenticabile "1996" i Royal Hunt tornano con un doppio live in cd e un dvd registrati al Music Hall di Pietroburgo davanti ad un migliaio di presenti che mostrano evidenti segni di sofferenza verso i posti a sedere di un antico teatro. Il concerto, ripreso splendidamente da 7 telecamere, è dotato di audio sia stereo che surround, e, anche se molte cose sono cambiate all'interno della band danese, non perde il confronto con il predecessore, offrendo in meno di 2 ore tutto il meglio degli "hunters" inclusi gli estratti dal recente "Paper blood", nell'esecuzione dei quali il palco viene illuminato uniformemente di rosso. La band, alla quale si è aggregato in luglio il bassista Per Schelander (House of Shakira) è in gran forma: John West, aiutato per tutto il set da una backing vocalist (posizionata alle sue spalle) non ha mai fatto rimpiangere il pur valido DC Cooper in brani come "Time", "Running wild", "Message to God" (non dimentichiamo che prima di entrare negli Hunt si era già fatto una certa reputazione negli Artension, che molto avevano in comune con la band di Andersen), un frontman su cui le telecamere non puntano troppo l'obbiettivo, inquadrando spesso anche i virtuosismi di Andersen e della nuova sezione ritmica che ha carta bianca negli svariati (troppi a mio avviso) spazi strumentali, tra cui l'immancabile "Martial arts" (più la sento e più la trovo uguale a "Far beyond the sun" di Malmsteen) con Andersen che scende dal palco imbracciando la tastiera a tracolla e ponendosi tra basso e chitarra, poi si ripete duettando con Jidell dopo "Far way" lasciando nel finale uno spazio al bass solo di Schelander e al rientro sul palco per i bis dove stavolta ha via libera il drum solo di Kenneth Olsen (già presente nella line-up di "1996"). Potenza e velocità unite da melodie sopraffine e ricorrenti, solo due i momenti più calmi inseriti nel set al posto giusto, "Follow me" (piano e voce) e la solita "Far away" (e dire che ci sarebbe di meglio: "Days of no trust" o "Change of the season"), qualche rammarico per un solo estratto da "Paradox", ma nel complesso direi che c'è quanto basta per accontentare i fans di questa band che ha ritrovato gli stimoli dopo il deludente "Eyewitness" e con "2006 Live" (registrato però nel novembre 2005) vuole meritatamente attirare l'attenzione di un nuovo pubblico, specialmente quello italiano che non è mai stato troppo numeroso nelle occasioni in cui si è trovata a suonare dalle nostre parti, eccezion fatta nel ‘97 al "Factory" sull'onda del successo di "1996", uno show strepitoso con Skylark ed Empty Tremor di supporto. La versione in doppio cd contiene come bonus "Far away" acustica, mentre nel dvd tra gli extra è presente un documentario con interviste alla band e alla road crew (sottotitolate in inglese), in più delle foto nel backstage.
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