Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:51 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. STILL LIFE
  2. RESCUE ME
  3. WAITING FOR
  4. DOWN
  5. MY FINAL SIN
  6. CLOSE TO THE SKY
  7. SHALLOW
  8. NOTHING

Line up

  • Tony Vinci: guitars, guitar synth, keyboards, drum programming
  • Dave Callari: bass, harmony vocals, drum programming
  • Rick Dellapietra: keyboards on "down", "shallow", "waiting for"
  • Richard Fink IV: lead and harmony vocals

Voto medio utenti

L'ultima scoperta di casa Lion Music nell'anno che l'ha vista prevalere sui "rivali" Insideout grazie ad una serie di proposte vincenti per qualità e quantità è una band che riesce a far combinare prog metal, melodic rock, AOR e modern rock radiofonico in brani dalla struttura semplice ed accessibile avventurandosi anche in soluzioni più complesse, premiate nei primi 5 minuti strumentali di "Shallow", in cui emerge tutto il bagaglio tecnico del chitarrista Tony Vinci e l'ispirazione ai Dream Theater di "Erotomania", band ancora chiamata in causa quando in "Still life" e nell'ambiziosa "My final sin" si appoggia un pò troppo a "Lifting shadows..." e "Home". Grandi soddisfazioni nei pezzi più diretti dai refrains orecchiabili che uniscono melodia, cori, strati di tastiere e momenti più hard (la radiofonica "Rescue me") o quando si tenta il confronto con gli impasti corali dei primi King's X in "Close to the sky", ballad trainata da virtuosismi chitarristici fuori dal comune (il Malmsteen più tenero) che fa coppia con la prima parte di "Nothing" per la raccolta intensità creata dalla voce di Fink e dalla chitarra acustica, un'atmosfera destinata ad alzarsi gradatamente con l'aggiunta di piano e cori fino all'esplosione sonora con un urlo rabbioso che lascia ampio sfogo ad un altro pregevole guitar solo placato dal ritorno alla calma iniziale, mentre il giusto equilibrio tra la componente soft e quella più Aor oriented lo si raggiunge con "Waiting for". Concepito nell'arco di 2 anni (i brani più recenti sono stati composti solo da Tony Vinci) e penalizzato forse solo dall'uso della batteria programmata ,"Speaking to stones" si rivolge ad un pubblico già familiare con il sound di Enchant (il cantato di Fink è simile per timbrica melodica a Ted Leonard, mentre nelle tonalità più alte ricorda molto La Brie), Extreme, King's X e che cerca un disco ben prodotto, sofisticato e dallo stile alquanto personale. Non si urla al capolavoro (e magari dopo qualche ascolto l'interesse tende a diminuire, specialmente nei brani più lenti), ma ho come l'impressione che sentiremo parlare ancora bene di loro.
Recensione a cura di Carlo Viano

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