Positivo debutto per i finlandesi Essence Of Sorrow all’insegna del power metal più classico che tanto deve negli ultimi anni a formazioni come Kamelot e Evergrey ma che riesce a riprendere svisate e accelerazioni riconducibili a In Flames o Trivium tanto per citare alcuni nomi tanto in voga di questi tempi.
Per chi conosce la materia non sarà complicato dettare le coordinate stilistiche del quintetto: riff pachidermici, una massiccia dose di tastiere iper melodiche, lampi di growlin a punteggiare la solida prestazione vocale di Christian Palin, caldo e ispirato lungo tutta la durata di ‘Reflections Of The Obscure’.
Al resto ci pensano le chitarre di Jani Stefanovic (deus ex machina della band) e Timo Kuusjarvi: il primo incessante nello sciorinare assoli, ricami e arrangiamenti forse canonici e prevedibili, di certo efficaci, il secondo, motore ritmico e pulsante in grado di produrre il necessario “wall of sound” con la giusta rabbia e la fiera appartenenza alla branchia meno speedy del genere.
Vi chiederete se esistono punti deboli in questo disco, presto detto: la produzione eccessivamente patinata e pulita, le atmosfere stucchevoli di alcuni frangenti (‘Trail Of Tears’), la copertina inadatta a catalizzare la giusta attenzione da parte del desideroso quanto ignaro nuovo possibile adepto alla causa dei finnici, il lavoro di Rolf Pilve dietro le pelli (troppo impersonale e scolastico).
Sono però peccatucci veniali visto che stiamo in fondo discorrendo di un esordio e che quindi il giudizioso non può che essere estremamente lusinghiero. Si faranno.
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