Copertina 7

Info

Anno di uscita:2007
Durata:47 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HUMANAUT
  2. IN THE NOTHINGNESS BLACK
  3. MEANINGLESS
  4. PSIKORGASM
  5. PIGF'CK
  6. IN CONTROL
  7. ELECTRIC I'D HYPOCRISY
  8. STUCK HERE
  9. WHAT'S LEFT
  10. SHAPE OF THE FORMLESS
  11. THE EYE ON YOUR BACK

Line up

  • Guillaume: vocals
  • Mircea: guitars
  • Rune: guitars
  • Brylle: drums
  • O'Beast: bass

Voto medio utenti

L’etichetta “Thrash Hardcore”, come pure il “Post” o il “Cyber” (usate molto spesso tutte assieme indifferentemente), e’ una delle definizioni più comode e contemporaneamente più ostiche da affrontare. Infatti generalmente basta prendere e mescolare un po’ di sonorità prese a caso da bands quali per esempio Fear Factory, Meshuggah, SY o Korn per poter tranquillamente rientrare all’interno di questo calderone sonoro. Ma quando ci si trova di fronte ad un gruppo che ne sbandiera l’appartenenza, ci si può aspettare di ascoltare veramente di tutto ed il contrario di tutto. In questo caso siamo al cospetto dei danesi Mnemic, che approdano al terzo album sempre sotto l’ala protettrice della Nuclear Blast, la quale puntò tantissimo sul loro debut album "Mechanical Spin Phenomena" e a quanto sembra non vuole desistere con questo “Passenger” fresco di studio. In tre anni la line up del gruppo è variata parecchio, con la defezione del vecchio cantante, del bassista e del batterista, ma l’amalgama complessivo non sembra risentirne più di tanto. Varia è anche la corrente ispirativa che pulsa attraverso le 11 canzoni, con continui riferimenti alle band elencate più sopra, bilanciate in maniera leggermente differente tra song e song. L’effetto finale è di assoluto impatto, con campionature, tastiere, riffs taglienti che spesso rimandano ai Meshuggah e talvolta ai Fear Factory, vocal hardcore e pulite che turbinano costantemente attraverso ritmiche ovviamente mai stabili o cristallizzate. I Mnemic non hanno timore di mostrare la loro grinta, come nell’opener “Humanaut” e in “Shape of the Formless”, riuscendo a stemperarla con azzeccati ritornelli melodici presenti costantemente in ogni pezzo. A questo proposito è giusto segnalare l’ottima prova di Guillaume al microfono, a suo agio nelle parti aggressive ma soprattutto convincente nei bellissimi vocalizzi polifonici che esibisce spesso e volentieri. Occorre dire però che in “Passenger” di veramente originale non c’è molto, e pure la struttura portante delle canzoni alla lunga risulta essere un po’ ripetitiva, ma nel complesso i Mnemic segnano un punto a loro favore, donando (si fa per dire) al loro pubblico un album che cresce di ascolto in ascolto e che auspicabilmente farà faville anche in sede live, come avremo modo di verificare in Aprile, quando si presenteranno in terra italica come spalla dei Deftones. Nel frattempo dateci un’ascoltatina.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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