Sostanziosa nuova uscita per i veterani dell’hard rock teutonico Bonfire, che con questo “One acoustic night – Live at the Private Music Club” offrono ai loro molti fans l’opportunità di gustare, sia in edizione Dvd (licenziato, a quanto pare, pure con l’aggiunta di un secondo dischetto di bonus, purtroppo non incluso nel “promozionale” oggetto di questa disamina!), sia in doppio Cd, una discreta porzione del loro ricco repertorio in una versione prettamente acustica.
Il Dvd, ripreso in un’ambientazione piuttosto classica per i concerti unplugged, contraddistinta da luci soffuse, divanetti rossi a ridosso del palco e una profusione di candele accese, ci consente di valutare ancora meglio l’eccellente stato di forma generale degli storici Claus Lessmann e Hans Ziller, i quali, accompagnati dai preziosi nuovi membri del gruppo, allietano con grande abilità e naturalezza un pubblico selezionato di sostenitori (abbastanza eterogeneo, tra giovani lungocriniti, e “signori” maggiormente attempatelli, ad ulteriore dimostrazione di una validità trans-generazionale di questa musica e di una presumibile affezione di “lungo corso” ai loro beniamini) che sembra apprezzare davvero molto il nuovo adattamento elargito dai Bonfire alle loro pregevoli composizioni.
Tra passato e tempi più recenti, le canzoni dei nostri non perdono una stilla della propria qualità e capacità di coinvolgimento emotivo, e anche il fatto di utilizzare a volte arrangiamenti “proto-elettrici” agevola la facilità di fruizione di una tipologia di prodotto dove la “piattezza” rappresenta il rischio maggiore da evitare.
“What about love”, “Hot to rock”, la mitica “Don’t touch the light”, “S.D.I.”, “Under blue skies”, “Rock ‘n’ roll cowboy” (in lingua madre), il vivace r’ ‘n’ r’ “Hard on me”, “You make me feel”, innanzi tutto, ma anche tutto il resto del disco, si affrancano da tale pericolo, catturando ed appassionando nonostante l’inedita rappresentazione e dimostrando ancora una volta le considerevoli doti artistiche degli inossidabili rockers germanici.
Impossibile, poi, non segnalare la riproposizione durante gli encores, di una vecchia passione dei Bonfire, quella “Sweet home Alabama” dei fondamentali sovrani del southern-rock Lynyrd Skynyrd già interpretata in precedenti situazioni e qui gratificata da un’ottima esecuzione, con tutta la platea in piedi a cantarne il refrain e a scandirne con le mani il ritmo: un “inno” per cui l’uso del termine immortale non è affatto esagerato.
Il programma del Cd appare sostanzialmente identico, con l’unica differenza della presenza di “Song for Asia (Rock ‘n’ roll cowboy ‘05)”, la rielaborazione (inclusa nelle tre varianti inglese, tedesco e spagnolo) della già citata “Rock ‘n’ roll cowboy”, realizzata per ricordare le vittime e sostenere i sopravvissuti dello Tsunami asiatico.
I Bonfire colpiscono nel segno anche in questo caso e la “vecchia scuola” dell’hard rock aggiunge un altro punto importante al suo considerevole score annuale.
Cos’altro aggiungere, se non consigliarne caldamente l’acquisto?
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