Difficile recensire questo nuovo album dei Blind Guardian, un disco che giunge a distanza di 4 anni dal controverso "Nightfall In The Middle-Earth", album, per quanto mi riguarda, fin troppo sopravvalutato.
"A Night At The Opera" è probabilmente il disco meno facile di tutta la diascografia, un album che doveva suonare maledettamente Blind Guardian e che non poteva permettersi nessun calo o mossa falsa.
Devo dire che le premesse sono state rispettate alla lettera, questo è un album dannatamente Blind Guardian per la sua pienezza, la sua epicità, la sua potenza... siamo dinanzi alla nuova opera del Guardiano Cieco!
All'ascolto del singolo "......And Then There Was Silence" non rimasi del tutto soddisfatto.... il brano non lo apprezzai molto e il mio entusiasmo verso il full lenght calò. Ora posso affermare con la massima sincerità che i BG non si sono smentiti, "A Night At The Opera" l'ho amato da subito e come succede per i grandi album l'ho ascoltato tante tante volte, appassionandomi sempre di più.
L'album in questione rappresenta a pieno quello che i Blind Guardian sono oggi, una band che ha da dire ancora tanto, che continua a sfornare ottimi album e che probabilmente troverà pochissimi antagonisti nel campo.
"A Night At The Opera" è stato curato nei minimi dettagli, ha avuto una lunga gestazione e tutto ciò che ascoltate ne è la prova. Ascoltate l'album in cuffia, avrete modo di notare come gli arrangiamenti siano articolati e di come l'ottima produzione sia stata studiata e bilanciata in modo maniacale.... notevole evoluzione anche dal punto di vista strettamente tecnico, la batteria e più dinamica ed elaborata, così come le melodie e le ritmiche sia per quanto concerne il basso che la chitarra.
"Precious Jerusalem", con le sue tinte che ci riportano ai tempi di Imaginations..., "Battlefield", trionfale e dai cori maestosi, "Sadly Sings Of Destiny", dal ritonello trascinate, l'immancabile commovente ballata medievale "The Maiden And The Ministrel Knight" e "The Punishment Divine", accattivante per il suo incedere e per la sua profondità, sono solo degli esempi di come debba essere composto un ottimo album. Unico episodio che non mi ha convinto a pieno è l'ultimo pezzo "..And then There Was Silence", secondo me una suite riuscita a metà; ci sono buoni spunti, ma la struttura non è amalgamata bene, sembrano spezzoni di canzoni incollati uno di fianco all'altro.... ci sono idee che potevano essere sfruttate meglio facendo generare attorno ognuna di esse brani differenti.
Concludo consigliando al 100% questo album, di certo fra gli highlights del 2002.
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