Parafrasando una frase apparsa sulla mitica rivista HM di ormai 10 anni fa (chi scopre di quale recensione si tratta vince un cd a scelta del sottoscritto), il disco più brutto dell’anno è uscito a maggio. Beh, adesso cambiate l’aggettivo “brutto” con deludente ed avrete come risultato la nuova opera dei Sentenced, ormai sempre più proiettati nell’olimpo del metal odierno grazie ad ottimi risultati di critica ed audience, uniti da dati di vendita esaltanti. Troppo esaltanti? Come al solito, la storia si ripete. Appena una band grazie a formule esaltanti e dischi convincenti trova il successo, quest’ultimo la stravolge in qualcosa di diverso, di plasticoso e dannatamente commerciale nel senso più brutto del termine, direi quasi “pop” nel senso di popolare e quindi giù con troppa melodia, troppe linee vocali accessibili da tutti e così via. Ed in nome di questa scelta (altro che la solita millantata maturità artistica) si sacrifica anche uno degli aspetti peculiari di questo gruppo, che ha portato i Sentenced dal quasi anonimato di “North From Here” e “Amok” al salto inaspettato di “Down” e “Frozen” ovvero la voce di Ville Laihala. Il mio collega Massimo vi ha parlato di un Ville che non ha mai cantato fino ad oggi…beh viva Iddio che non lo abbia mai fatto finora, visto che, per un fan di vecchia data dei Sentenced come me che pure ha accettato il drastico passaggio dal death degli esordi alle sonorità odierne, è insopportabile ascoltare il bel finlandese scimmiottare gli HIM e perdere quasi del tutto così la cavernosità della sua voce che in questi anni era stato il punto di forza della band di Sami Lopakka. Tutto qua, non vi parlerò di singoli brani, non c’è bisogno, i Sentenced sono una band di classe che non ha bisogno di lezioni da nessuno e riesce a comporre un album interessante senza problemi come infatti appare “The Cold White Light”. Ma per un intransigente-chiuso di mente-dinosauro come me la voce alla MTV di Ville Laihala è un deterrente efficacissimo, al contrario del grande pubblico che sta invece già decretando questo un capolavoro o quasi…beh i Sentenced non sono stupidi e hanno colpito nel segno con i loro propositi. Magari fatemene una copia col cantato alla vecchia maniera e questo sarà un altro bellissimo godibilissimo album dei Sentenced, ma non ispirato come i capisaldo “Frozen” e “Down”.
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