Finalmente la lunga attesa è finita. Dopo 6 interminabili anni ecco finalmente uscire sul mercato il nuovo attesissimo lavoro dei Manowar, "Warriors of the World". Preceduto brillantemente dal singolo "Warriors of the World United", è inutile dire che questo album porta con sé un enorme carico di aspettative da parte dei molti che considerano "Warriors of the World" un punto cruciale nella carriera dei Manowar. Quante volte ci siamo chiesti durante tutto questo tempo "Ma cosa staranno mai facendo i Manowar?!" oppure "Se non è almeno come 'Louder Than Hell' è finita…" e frasi del genere? Sicuramente la paura di un flop, visto il risultato non entusiasmante (almeno a mio avviso) dell'ultima produzione, è affiorato più volte nelle nostre menti, incerti dell'attuale stato di salute della band.
Ebbene, "Warriors of the World" non solo spazza via ogni timore in un colpo solo ma si impone come uno dei migliori album della band, un gran pezzo sopra altre criticabili pubblicazioni della stessa, quali il già citato "Louder Than Hell". Non credo si possa parlare di giudizio affrettato o spropositato, dato che, da un mese e mezzo (da quando ho ricevuto la cassetta promozionale dalla Audioglobe) a questa parte, avrò ascoltato il disco completo una marea di volte fino quasi a consumare il nastro. I brani contenuti in quello che diventerà uno dei dischi dell'anno è di un livello impressionante, che penso nessuno si sarebbe mai e poi mai aspettato, neanche dopo l'ascolto del singolo, il quale brano impallidisce di fronte ad altri episodi dell'album.
L'epica e battagliera "Call to Arms" o la spintissima "House of Death" sono canzoni di una potenza senza pari e che riportano alle stelle il sound dei Manowar, ulteriormente appesantito (grazie anche ad un abbassamento di accordatura) e quasi ringiovanito, per niente monotono o semplicistico grazie anche ad una prova straordinaria dei quattro musicisti, in particolare di Eric Adams e Scott Columbus.
Fatta eccezione per i due criticabili (non dal sottoscritto) episodi rappresentati da "Nessun Dorma" e "An American Trilogy" la portata degli altri brani è semplicemente grandiosa! Dall'anthemica "Fight For Freedom" alla auto celebrativa "Fight Until We Die", passando per un gioiello come l'epicissima "Swords In The Wind", i Manowar dimostrano ancora una volta di essere una band unica e ineguagliabile.
Aspettando il Gods...