Copertina 8,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:50 min.
Etichetta:Spinefarm
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. ABANDONED, PLEASED, BRAINWASHED, EXPLOITED
  2. GRAVENIMAGE
  3. THE CAGE
  4. SILVER TONGUE
  5. THE MISERY
  6. VICTORIA'S SECRET
  7. CHAMPAGNE BATH
  8. BROKEN
  9. THE RUINS OF MY LIFE
  10. DRAW ME

Line up

  • Jani Liimatainen: guitars
  • Mikko Harkin: keyboards
  • Tony Kakko: vocals, keys
  • Marko Paasikoski: bass
  • Tommy Portimo: drums

Voto medio utenti

"Winterheart's Guild" è l'album che mai mi sarei aspettato di sentire dai Sonata Artica, e allo stesso tempo un album che solo i Sonata Arctica avrebbero potuto comporre. Un evoluzione, la loro, compiuta a piccoli passi a partire da Ecliptica, per trovare il giusto bilanciamento tra velocità, melodia ed emozioni... infiammando con ogni release i cuori dei metallari di tutto il mondo! Il nuovo cd non fa sicuramente eccezione, anche se questa volta i cambiamenti non sono più così sottili e una buona parte dei fans che si aspettavano in tracklist per l'ennesima volta "Full Moon", "Ecliptica" e "Weballergy" resteranno un pelino delusi. Il difficile compito dell'apertura è affidato a "Abandoned, Pleased, Brainwashed, Exploited" che non è una semplice canzone veloce, ma introduce qualche novità nell'uso di linee vocali più dissonanti da parte di Tony Kakko, oltre ai soliti fantastici cori (ormai vero e proprio marchio della band, insieme alle tastiere). I Sonata Artica sono i romanticoni di sempre, e non ci risparmiamo un dolcissimo break da lacrime agli occhi... poi, quasi senza accorgercene, la musica riparte in crescendo e ci si ritrova a tutta velocità. Che ritornello, che arrangiamenti, che classe! Gravenimage riparte da dove eravamo rimasti con "Sing In Silence": un atmosfera fredda, quasi asettica, dove la voce di Tony accompagnata dalla sola tastiera disegna lontani paesaggi fatti di miseria e desolazione. Poco dopo entra una leggera chitarrina, e il pezzo guadagna d'intensità fino all'accelerazione finale e ad alcuni bridge dove la splendida e aggressiva interpretazione del vocalist (soprattutto nei botta e risposta con i cori) riesce spesso ad entusiasmare. "The Cage" è forse la canzone che mi è piaciuta di più: veloce, diretta, emozionante, aperta dall'assolo di tastiera più incisivo che abbia mai sentito... un susseguirsi di sensazioni che mi hanno preso dentro, fino a trovarmi a cantare a squarciagola il bellissimo ritornello che non ha niente da invidiare ai migliori pezzi della band! "Silver Tongue" è un mid-tempo pieno di classe e melodia, molto vicino all'hard rock, che mi piace usare per dimostrare che i Sonata Arctica non sanno suonare solamente power metal. Una tristissima chitarra pulita ci riporta ad atmosfere malinconiche, dove il gruppo scandinavo riesce a cogliere l'essenza della "miseria" riuscendo ancora una volta a colpire al cuore. "Victoria's Secret" è l'altro highlight dell'album (sempre che se ne possano scegliere due): inizia come "San Sebastian", procede spedita attraverso una strofa e un bridge fino ad arrivare al bellissimo ritornello, dove i Sonata Artica dimostrano davvero di avere una capacità superiore nello scrivere delle melodie capaci di emozionare. "Champagne Bath" è la canzone più frizzante del lotto, con i suoi riff saltellanti e i frequenti dialoghi tra chitarra e tastiera, mentre "Broken" è il pezzo più strano e atipico, tanto che mi ci sono voluti un paio di ascolti in più delle altre per riuscire ad apprezzarla, e non ci sono ancora riuscito completamente! L'album si chiude con un duo d'eccezione: la veloce "The Ruins Of My Life", molto varia e frammentata, e la conclusiva ballad "Draw Me", dal riff d'apertura molto dolce (davvero il pezzo più romantico mai composto dalla band). Conclusioni? "Winterheart's Guild" è un album STUPENDO, in linea se non superiore ai due precedenti lavori, in cui la band scandinava, eliminando qualche momento di puro solismo, ha puntato alla sostanza con 10 pezzi uno più bello dell'altro che Tolkki e soci non sarebbero riusciti a scrivere neanche se Tony gli avesse passato di nascosto gli spartiti! C'è altro da dire? Abbiamo altro da chiedere ai Sonata Arctica? Per quanto mi riguarda no... anzi si, di andare avanti per sempre su questa strada, e soprattutto di continuare a scrivere canzoni con il cuore, questa è la cosa veramente importante.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi
Sonata Arctica- winterheart's guild

Per me quest'album é molto sopravvalutato, pur essendo un buon lavoro. Arrangiamenti belli ce ne sono, ma l'album sfocia spesso nella ripetitività e nel banale, con tecnica mediocre. Gli do cmq un 7 come voto

Commento

Bellissimo album!!!

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