Per questo ritorno dei Metallica ero preparato al peggio, invece devo dire che alla fine “St. Anger” alla sufficienza quasi ci arriva, seppur con molta, ma molta fatica. E’ un album tutto sommato coraggioso, perché segna un’ulteriore sterzata e l’introduzione di scelte moderne (chitarre abbassate, suoni quasi nu, etc…), ma anche spontaneo, che se ne sbatte di chi voleva un ritorno al passato, ma anche di chi voleva un eventuale “Tri-Load” (brrr, rabbrividisco al pensiero). Trovo coraggiosa anche la scelta di una produzione quasi lo-fi, con un rullante senza cordiera al limite del fastidioso; ad un primo ascolto viene da storcere il naso, ma sulla lunga devo dire che quasi calza a pennello. Pecche in “St.Anger” però ce ne sono eccome: innanzitutto le canzoni sono prolisse, arrivano ai sette minuti quando invece, dopo soli due minuti, hanno già detto tutto. In secondo luogo, non trovo neanche a cercarle con il lanternino quelle scelte di songwriting “geniali” che Lars in primis strombazza ai quattro venti; mi pare tutto quanto già abbondantemente sentito da varie bands moderne, francamente anche più fresche e coinvolgenti: i riff sono banalotti e davvero poveri, per non parlare delle linee vocali, a volte davvero lagnose. Qualche bella cosa, qua e là, la si trova, specialmente nella title-track, in “Purify” e in “Frantic”, ma devo ammettere che arrivare alla fine dei 75 min del disco è davvero un’impresa ardua; l’assenza degli assoli e di variazioni rilevanti all’interno delle canzoni poi non aiuta certo in ciò... Insomma, un album decente sì, ma parecchio noioso, e soprattutto degno di una qualsiasi mediocre band; dai Metallica è lecito aspettarsi molto di più, quale che sia la direzione musicale intrapresa.