Copertina 8

Info

Anno di uscita:2003
Durata:64 min.
Etichetta:Elektrohasch
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. THERE'S ONE
  2. MOONSHAKE
  3. NOT A MAN
  4. BACK ON THE HEADLESS TRACK
  5. ORANGE FENDER
  6. MANA
  7. DRAGON'S CAVE
  8. GREEN VALLEY
  9. PHANTOM TANKER
  10. NEW DAY RISING
  11. SAFE HAVEN

Line up

  • Jesper: vocals
  • Stefan: guitars
  • Thomas: bass
  • Tommy: drums

Voto medio utenti

E tre. E' la terza volta in quest'anno che mi trovo davanti ad un lavoro nel quale compare Stefan Kogler, l'eclettico personaggio tedesco che a seconda dei casi si propone come chitarrista, compositore, produttore, guest-star, editore, ed altro ancora.
In quest'occasione indossa la sua veste di talento della sei corde, inserito in una formazione Danese che ha già grande seguito nel Nord Europa: i Gas Giant. Agli esordi, intorno al 1997, si facevano chiamare Blind Man Buff ma ben presto sono passati all'attuale nome, più consono al loro progetto di diventare un gigante dello space-rock. Come sempre praticamente sconosciuti in Italia, fino ad ora hanno pubblicato oltre ad un quasi introvabile full-lenght ("Pleasant journey in heavy times") una corposa serie di split anch'essi piuttosto rari, con gente del calibro di We, On Trial, Good Witch of the South, e logicamente Colour Haze, la band germanica di Kogler. Ora esce questo nuovo album per la Elektrohasch (indovinate chi ne è il proprietario..) e grazie a Vinyl Magic è tranquillamente reperibile anche da noi. Ed è un bene, perché si tratta di uno dei migliori lavori stoner-psych dell'annata. I Gas Giant sono una fantastica squadra d'assalto, il loro stile massiccio è una miscela esplosiva di psichedelia heavy e stoner Europeo, con micidiali sventagliate di chitarre ultrafuzz, titanici assoli acid-blues, stupefacenti melodie lisergiche, ed emissioni spaziali provenienti direttamente dal centro della galassia. Tutto questo nel segno di un ispirata libertà jammistica ma senza ricorrere a dilatazioni illimitate. Le loro canzoni presentano struttura e compattezza quasi regolare, se si eccettua l'episodio conclusivo "Safe haven", un trip cosmico di tredici minuti pieno di sperimentazioni ambientali totalmente fuori controllo ma anche eccessivamente prolungate. Il resto è spettacolare. Immaginate i Dozer o gli Astrosoniq ai quali venga iniettata un overdose di Hendrix ed Hawkwind, descrizione eccessiva ma che rende l'idea. Ciò che fa di "Mana" un album superiore alla media sono i diversi angoli d'approccio alla materia psichedelica, in questo i Gas Giant si dimostrano eccezionalmente versatili e fantasiosi lanciandosi in continui e stimolanti cambi di rotta, senza cali di tensione o noiose ripetizioni. Sempre brillanti e creativi, sia che si tratti di vibrazioni heavy-psych aggiunte alle poderose linee Kyussiane della scuola Scandinava ("Moonshake","Not a man","Phamton tanker"), oppure di viaggiare a ritroso nel tempo fino ai primi '70 con un ardore stralunato che ricorda quello dei Britannici The Heads ("Orange fender"), o ancora ribaltare la situazione passando ad atmosfere morbidamente ariose e sognanti, nelle quali la tensione heavy smorza gli spigoli e si orienta verso lo spazio. C'è una forte corrente emotiva che proviene dalle pennelate Floydiane di Kogler e dalle melodie avvolgenti di Jesper ("Back on the headless track","Dragon's cave"), potenza heavy e poesia psichedelica ben amalgamate insieme e non semplicemente infilate a forza in uno stesso brano. Se non fosse ancora sufficiente, i Danesi ci regalano una title-track acustica che potrebbe ben figurare sul mitico disco dei Blind Faith per il suo irresistibile fascino acid-folk e la deliziosa leggerezza anni '60. Come ultima gemma, la più preziosa, "Green valley" un vittorioso esperimento per riadattare la lezione Hendrixiana ai contemporanei schemi heavy-stoner. Una canzone che cresce in modo magistrale, una spirale siderale dipanata dalla stratosferica lead di Kogler, uno dei migliori episodi del settore che ho ascoltato quest'anno. Più gira nel mio lettore e meno debolezze trovo in "Mana", che se si eccettua la lungaggine finale è godibile sotto ogni punto di vista. Gas Giant è l'ennesima band che sono orgoglioso di consigliare a chi vuole heavy a tinte forti ma di qualità ed ispirazione, una bellissima sorpresa che non fatico a prevedere nella mia lista di fine anno.

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