Copertina 4,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:50 min.
Etichetta:Rising Symphony
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. FILEADER
  2. NOTHING CAN STOP ME
  3. SYNTH METAL
  4. UNCOSMIC JUSTICE
  5. MY WAR
  6. BLACK CAT
  7. SHIELD SAVIOUR
  8. FATHERLAND
  9. GLACIER INSIDE
  10. BATTLE OF THE LIVING DEAD (BONUS TRACK)

Line up

  • Matkracker: vocals
  • Fryderyk T: guitars
  • Dany All: keyboards
  • Ismat: drums

Voto medio utenti

I modenesi Synthphonia Suprema sono una band che ha come proposito quello di fondere il tipico power metal italico con la musica techno europea, infarcendo così il primo di synths e parti elettroniche. Giovandosi delle guest guitars di Pier Gonnella, già nei Labyrinth, la band da vita a questo “Synthphony 001”.
Ora, dando per scontato che la band non inventi nulla, benché affermi di aver inventato un fantomatico “Synth Metal Style”, e dando altresì per scontato che originalità significhi ben altro che mettersi a filtrare voci o a campionare bassi e suonarli con la tastiera, il punto focale è che questo disco è il solito disco di trito e ritrito power metal becero cui siamo abituati da anni e che, solo ultimamente, sembrava esser passato di moda (per fortuna oseremmo dire). La riprova di ciò è che ad un orecchio distratto suonerebbe in tutto e per tutto simile ad un ordinario disco power metal, perché in fondo il dna della band è ben radicato in quelle sonorità, e hai voglia ad infarcirlo di tastiere, pure un decerebrato capirebbe che questi Synthphonia Suprema sono una band power al 100%.
Quindi accantonati i proclami di originalità e innovazione, che non hanno alcun pregio secondo me, come ho cercato di dimostrare più sopra, questo disco va analizzato per quello che è, un disco di ordinario power metal, con batteria che spesso fa l’effetto elicottero, i soliti scontati e noiosissimi richiami epici, un singer anonimo e stereotipato come pochi, per un mucchio di canzoni che potranno fare felici solo i più assidui e incalliti frequentatori del power metal.
Certo qualche collega solerte e campanilista griderà al miracolo, alla scena italiana che guadagna un’altra grandissima band e altre stronzate simili. Noi rimaniamo dell’idea che i Synthphonia Suprema debbano rivolgere il loro indubbio talento a qualcosa di più concreto e meno fumoso. Volevate stupirci con gli effetti speciali, abbiamo sbadigliato tutto il tempo.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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