Cosa succede ai Trivium? Cosa è cambiato nella band? Le domande sono tante, e tutte lecite, sul perché e sul per come la band americana abbia snaturato così tanto il proprio sound. Infatti, dopo un convincente debut e l'esplosivo sequel, quel " Ascendancy " che ha consacrato la band a livelli mondiali, era normale aspettarsi un terzo disco che, partendo dall'ossatura metalcore delle precedenti releases, sviluppasse ed evolvesse, per quanto possibile, il sound dei nostri. Insomma, il processo creativo ed evolutivo che ha contraddistinto i Killswitch Engage, tanto per capirci. Ma nulla lasciava presagire una così netta e drastica svolta stilistica. I Trivium del terzo disco sono di fatto una thrash band anni '80, amplificando al massimo le idee thrasharole presenti nelle precedenti uscite discografiche. Idee che erano solo abbozzate, non propriamente definite, sommerse dal marasma metalcore che animava la band sino a pochi mesi or sono. Partendo dalle dichiarazioni del leader Matt Heafy , riguardanti l'abbandono del cantato in screaming, per motivi di salute poco precisati, e da alcune sparate della band ( su tutte, " saremo i nuovi Metallica " ), il quadro che si andava a delineare non era dei migliori. Ed infatti questo " The Crusade " è un lavoro piuttosto interlocutorio, lasciando l'ascoltatore basito... Ci si chiede come si possa gettare alle ortiche un passato glorioso, seppur costruito in pochissimi anni e con due soli dischi all'attivo, per sfornare un dischetto che è la copia di classici del passato Bay Area, targati Metallica, Megadeth e Testament. Copia di qualità, visto che comunque molte canzoni risultano avvincenti; solo che m'incazzo nel constatare quanto il marketing incida sull'evoluzione e sul cammino artistico di una band, tra l'altro giovanissima. I Trivium, o chi per essi, sono furbissimi. Cavalcato, e dominato, lo tsunami metalcore, hanno fiutato il ritorno di fiamma per il thrash d'annata e...BOOM!!!! ecco un disco che omaggia e plagia i fasti di un tempo. Quindi...l'album mi è piaciuto? Si, questo è innegabile. Però sul piatto della bilancia bisogna comunque mettere anche la delusione per certe aspettative non mantenute e tutta la rabbia nell'assistere a questa fiera dello spreco. Ciò che si è buttato nel cesso è una vena talentuosa che, spero vivamente, dovrà tornare a pulsare nel prossimo disco. Domanda: se tra un anno o due, tornasse in auge il glam rock? I Trivium sposeranno la causa del lipstick?
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