Tredici poliedrici musicisti hanno aiutato Duncan Patterson a dare forma alle sue visioni folkloristiche, generate dopo aver chiuso il progetto Antimatter alla fine del 2004. Ricordiamo anche l'esperienza degli esordi con gli Anathema, quando la band inglese sperimentava con il doom metal strade mai battute in precedenza, e avremo solo una vaga idea dell'esperienza accumulata da questo giovane e talentuoso musicista irlandese. Un background che non viene solo dall'ambiente musicale in senso stretto, ma da esperienze simili accumulate in viaggi attorno al globo, specialmente nel sud America. Ma "Madre, Protégenos" contiene in sé il seme della world music, se si considera l'estrema diversità di provenienza dei vari strumentisti presenti sull'album: Russia, Messico, Grecia, Australia, Argentina, Irlanda, Stati Uniti e... udite udite... anche Italia. Vorrei fermare subito le risate dei detrattori di Valentina Buroni, memori dei disastrosi Beholder, consigliando loro di dare una possibilità agli Iridio (oltre alla presentazione un po' pacchiana) che condividono con gli Ion almeno un intento di base: quello di creare musica eterea, impalpabile, dove l'esperienza sia resa sfuggevole grazie all'uso di atmosfere che ricongiungano l'ascoltatore con il proprio lato spirituale. Non a caso Ion significa proprio 'puro' in gaelico, e questa purezza è stata raggiunta da Duncan con l'utilizzo di strumenti che hanno forti radici con la tradizione della Madre Terra: percussioni, flauti, mandolino, arpa, e molti altri. L'acme dell'album è raggiunto in "Fé, Esperanza, Amor" che raccoglie in sè tanta dolcezza da stringere il cuore in un abbraccio che non lascia scampo. Provate a resistere al delicato ingresso di flauto e percussioni, sarà impossibile non provare un brivido dentro. E cosa dire della sognante "Believe", accompagnata da una prestazione vocale davvero emozionante... C'è una malinconia di fondo che si fa lamento come nella fuggevole "Ultreia" (saluto scambiato tra i pellegrini in segno di incoraggiamento), breve e cupo intermezzo dal sapore di sofferenza. Gli amanti dell'intimismo e della riflessione apprezzeranno sicuramente quest'ennesima dimostrazione di sensibilità da parte di un musicista che non smette mai di stupire.
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