Copertina 9

Info

Anno di uscita:2007
Durata:57 min.
Etichetta:Burning Star
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. WELCOME TO THE ART OF SIMPLICITY (INSTRUMENTAL)
  2. VIGIL
  3. A SEARCH FOR NUMB
  4. FROM A FRIGHTENED SOUL
  5. ILESS
  6. THE LAST LUST
  7. LOOKS FROM THE MIRROR
  8. NOTHING
  9. ASYMMETRIC ACT (INSTRUMENTAL)

Line up

  • Giorgos Ikosipentakis: vocals
  • Matthew Dakoutros: violins
  • Aris Markogiannakis: guitars
  • Elias Nousis: keyboards
  • Alexandros Papanastasatos: bass
  • Nick Miras: drums

Voto medio utenti

Ce ne vuole di tempo ed attenzione per apprezzare in pieno l'arte della semplicità esibita da questo sestetto greco (di cui fanno parte membri di Fragile Vastness e Wastefall), un cocktail esplosivo ed ambizioso frutto di una grande creatività messa già in mostra nel demo "Asymmetric" (2003). E' una forma di progressive altamente concettuale e cervellotico legato a temi inerenti conflitti interni che portano all'esplorazione interiore, un percorso musicale ricco di belle sorprese per gli amanti del "mental metal" che abbraccia Pain of Salvation (molto presente la loro influenza in quasi tutti i brani), Faith No More, i Fates Warning di "Perfect Simmetry", ma anche Porcupine Tree, RPWL, i Pink Floyd di "Dark side of the moon" (con tanto di sax e gorgheggi femminili) e la genialità dei King Crimson, da cui la band ha ereditato la capacità di distinguersi inserendo nel proprio sound uno strumento atipico come il violino e dandogli la più totale libertà di rubare la scena a chitarra e tastiere adattandosi perfettamente sia alle atmosfere moderne ed estreme che a quelle più struggenti ed intime, raggiungendo vette di intensità estrema in "A search for numb" quando viene combinato a chitarre in stile Porcupine Tree. Inutile se non impossibile descrivere le mille sfaccettature dei singoli brani, meglio invece decantare le lodi del singer Ikosipentakis, che specialmente in "From a frightened soul" si candida al premio "miglior emulo di Daniel Gildenlow" imitando in tutto e per tutto i suoi cambi di tonalità, adattandosi ad intricati cambi di tempo e atmosfere in continuo mutamento che uniscono una semplicità mai scontata (non cercate melodie orecchiabili o il refrain che acchiappa al primo ascolto) a strutture mai legate al virtuosismo dei singoli elementi.
Una ventata di freschezza ed originalità come non si vedeva dai tempi di "Entropia", la band perfetta per aprire i live sets dei Pain of Salvation, un disco da assaporare con calma e giudicare solo dopo almeno 10 ascolti. Attualmente stanno cercando di trovare un degno rimpiazzo all'abbandono improvviso del chitarrista Aris Markogiannakis.
Recensione a cura di Carlo Viano

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