Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2007
Durata:47 min.
Etichetta:MTM
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LAND OF THE SINS
  2. HOLY FIRE
  3. EMINENCE
  4. THE SPELL OF TIME
  5. ETHEREAL PLACE
  6. ENDLESS
  7. DARKNESS&LIGHT
  8. SPIRITS LOOKING FOR...
  9. WINGS TO FLY
  10. ADONAI (SACRED MELODIES)

Line up

  • Carl Casagrande: vocals
  • Magnues Wichmann: guitars
  • Bruno Sandri: guitars
  • Gustavo Strapazon: bass
  • Francis Cassol: drums

Voto medio utenti

Gli Scelerata, formazione brasiliana attiva dal 2002, debutta oggi nel panorama power metal internazionale con questo "Darkness And Light", un disco che ci mostra una band di validi musicisti, sicuri dei propri mezzi e con idee abbastanza chiare - peccato però che la loro proposta, complessivamente, risulti piuttosto fiacca sotto il punto di vista artistico.
"Darkness And Light" è un disco molto fisico, caratterizzato da un tessuto musicale dominato dalle chitarre e dalla sezione ritmica, che sembra finalizzato unicamente alla creazione di un muro sonoro dal sicuro impatto. E se gli sforzi dei Nostri erano tesi proprio a un sound potente, ruvido, grezzo e senza troppi fronzoli, non si può dire che l'obiettivo non sia stato raggiunto. Che poi velocità, suoni troppo pompati e melodie che a volte s'impastano in cerca dell'acuto a tutti i costi spesso non vadano d'accordo, non sembra essere un dubbio che (purtroppo) i brasiliani sembrano essersi posti (cfr. "Holy Fire")…
Molteplici comunque, anche se magari non troppo varie, le influenze della formazione carioca, si va infatti dagli Iron Maiden, ai Dream Theater, passando per i Judas Priest più heavy e veloci, Gamma Ray, Helloween ("Wings To Fly" soprattutto) e Masterplan. Gli Scelerata però sono brasiliani, e forse anche per questo pagano il giusto tributo a una delle band più amate del Brasile, gli Angra, in "The Spell Of Time", nella quale appare proprio Edu Falaschi (il quale si é peraltro dichiarato fan convinto degli Scelerata), e infine nella stessa title-track, nella quale le strofe sembrano scritte da, e interpretata alla maniera di André Matos, epoca "Fireworks" (ricordate "Lisbon"?…).
Difficile però non notare come le canzoni sembra non riescano a decollare, forse per mancanza di un pizzico d'ispirazione in più o forse per altri motivi, fatto sta che non emozionano a dovere e non convincono mai del tutto. E non bastano, da soli, l'inserimento di una fisarmonica, come in "Endless", di qualche ritmica stoppata o di qualche sweep ammiccante al metal neoclassico per uscire dal manierismo e riscattare un lavoro che si rivela, dopotutto, senza infamia e senza lode. Tutto ciò, nonostante una traccia come la conclusiva "Adonai (Sacred Melodies)", che è forse la più riuscita esemplificazione dello Scelerata-Sound: power metal, condito di elementi prog, ricco di richiami a tante e diverse band, ma che nonostante i buoni propositi, non è riuscito a tracciare una strada artistica propria nonché efficace per davvero.
Un lavoro che interesserà dunque gli aficionados del genere, ma che difficilmente potrà attrarre tutti gli altri.
Recensione a cura di Enzo Pignataro

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