Non mi è capitato spesso recentemente di avere sottomano un disco della Magna Carta. Sembra che l'etichetta americana si sia ormai lasciata alle spalle i suoi giorni migliori, detronizzata di fatto dalla InsideOut dallo scranno di etichetta per eccellenza in ambito Progressive Metal. Eppure la qualità delle uscite Magna Carta continua ad essere di tutto rispetto, come testimonia il recente 'Terra Incognita', il nuovo lavoro degli ungheresi Age of Nemesis. In realtà "Terra Incognita" era già stato pubblicato dalla band nel lontano 2002, ma la versione che mi è giunta tra le mani è una sorta di "remake" in lingua inglese del disco uscito cinque anni fa. Mi sono avvicinato con molta curiosità a questo CD, non avendo alcuna conoscenza né del gruppo in questione, né della scena Metal magiara. E devo ammettere di essere stato piacevolmente sorpreso: non solo l'album in questione è suonato e prodotto con grande professionalità, ma anche dal punto di vista compositivo gli Age of Nemesis si rivelano assai interessanti. Pur rifacendosi in maniera più o meno marcata alle sonorità dei Dream Theater e Shadow Gallery, lo stile del gruppo ungherese è aperto a soluzioni sufficientemente personali e caratterizzato da un discreto gusto melodico, elemento davvero essenziale quando si ricorre frequentemente alle divagazioni strumentali tipiche di questo genere. La voce di Zoltan Kiss è uno dei punti di forza del sound degli Age of Nemesis, e per la chiarezza della timbrica e la teatralità mi ha ricordato molto Nils K. Rue, frontman dei Pagan's Mind. Brani quali la variopinta 'Meeting with the Unbelievable', la meravigliosa e dolcissima 'The Land of Light' e la inquietante 'Inferno' (qui il richiamo ai Symphony X non si limita al titolo) sono senza dubbio efficaci e di grande presa, ma è con la luminosa 'Another Existance' che i cinque musicisti europei dimostrano davvero delle capacità superiori alla media. Speriamo che gli Age of Nemesis siano capaci di compiere un ulteriore passo in avanti e di comporre canzoni ancora più personali, perché le potenzialità ci sono tutte. Ben fatto!
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