Dopo 18 anni di silenzio, gli Onslaught, già autori di pagine fondamentali nella storia del metal estremo, tornano alla vita unendosi alla cordata di reunion che in questi mesi sta attraversando il mondo del thrash.
Il ritorno della formazione inglese si concretizza con l’uscita di “Killing Peace”, quarto album all’interno della loro produzione.
Fin dalle prime battute il disco appare ben confezionato. Il gruppo, infatti, si muove con disinvoltura all’interno delle composizioni grazie ad un tasso tecnico decisamente affinato rispetto agli anni d’esordio. Le ritmiche uniscono bene scorrevolezza ed impatto, ed anche la prova al microfono di Keeler si fa apprezzare, risultando sufficientemente varia e mai troppo forzata nello scorrere dei brani.
Col sapiente ausilio tecnico di Andy Sneap, ex chitarra dei Sabbat (quelli inglesi) e produttore attualmente in netta ascesa, gli Onslaught sono dunque riusciti a confezionare un album che senza troppi problemi raggiunge e supera la soglia di accettabilità. Tuttavia, nonostante un’impressione più che positiva anche al primo ascolto, si avverte la mancanza di un feeling di fondo, quantificabile in qualche brano sopra la media, per intenderci quelli da palpitazione, che renda “Killing Peace” in grado di superare senza preoccupazioni l’inesorabile prova del tempo.
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