Dal profondo sud con furore, e tanta, tanta rabbia. Mi ricordo degli Obscure Devotion per l'esordio uscito nel 1999 e intitolato Son Of A Dayless Night, un esordio che si faceva testimone di sonorità violente, ma anche sinfoniche e melodiche. Dopo otto anni (!!!) si può quasi parlare di reunion praticamente, ma a parte gli scherzi, in questi anni devono essere cambiate molte cose, e non soltanto a livello di line-up. Mi riferisco anche allo stile musicale, che con questo secondo lp ...Of Darkness, Death And Faith si fa più diretto e conciso, andando a richiamare con insistenza un po' tutta la scena Black Metal Svedese. Inutile adesso andarvi a spiegare come suona un disco di stampo Svedese, credo che lo sappiate già, e forse anche meglio di me, quello su cui però vorrei soffermarmi sono gli elementi che in qualche modo rendono giustizia a questo interessante secondo album degli Obscure Devotion. I'll Be The Night, Riding The Knowledge Spirit e Prisoner Of The Light la dicono lunga, anche grazie ad atmosfere serrate e violente, che trovano supporto adeguato tramite strutture musicali corpose e ben calibrate. Non saranno di certo loro a salvare il destino del Black Metal, ma ciò non toglie che gli Obscure Devotion possano farsi strada all'interno di questo affollato e bizzarro scenario artistico, certo se dobbiamo aspettare un altro decennio per saggiare il prossimo lavoro è meglio lasciare stare. Da sottolineare anche la prestazione di Gionata Potenti (Handful Of Hate e altri) dietro le pelli, una macchina da guerra. Buona anche la produzione, azzeccata ed equilibrata sulle esigenze sonore di questo ritorno discografico più che sufficiente.
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