Dopo l'album "Myths and Legends", uscito in regime di autoproduzione, i tedeschi Chimaera vengono accolti sotto le ali della Pure Steel Records, realizzando questo "Rebirth, Death Won't Stay Us", dove mettono in mostra tutta la loro passione per un Heavy Metal ottantiano, tra il Power teutonico, la NWOBHM ed anche i Manowar.
Qualche ingenuità (come l'accenno alla Cavalcata delle Valchirie nell'assolo di "Order of the Fallen Sun"), qualche dipendenza di troppo a quanto proposto da altre formazioni ("Dragon's Witch" suona molto Running Wild), e sopratutto canzoni tutto sommato banali, come "Rage On (My Heart)" o come la mal assemblata "Knights of the Storm", mettono in evidenza la mancanza di personalità di questo sestetto di Dusseldorf.
Non aiuta i Chimaera nemmeno la prestazione del cantante Pan Vogiazis, che si rivela poco versatile ed ancor meno incisivo. Se rimangono piuttosto defilate e fuori dal contesto generale le tastiere di Nico Kruse, la coppia di asce fa invece ottime cose sia in fase solista sia nelle melodie e nelle ritmiche ("Chimaera's Rebirth" o "Wanderlust"), portando a additare la prova di Ümit Kalat e Jacques Moch come l'elemento di maggior valore del disco.
Tanta onestà, grinta e voglia di "spaccare", ma i risultati tardano ad arrivare.
Da rivedere.
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