Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2007
Durata:68 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. WHERE IS YOUR GOD NOW
  2. ICONS OF EVIL
  3. SCORNED
  4. BORN TO RAPE THE WORLD
  5. REBORN THE UPHEAVAL OF NIHILITY
  6. HAMMER DOWN THE NAILS
  7. SHRAPNEL EMBEDDED FLESH
  8. 'TIL DEATH
  9. IN INFAMY
  10. DISCIPLES OF HELL

Line up

  • Glen Benton: vocals
  • Tony Lazaro: guitars
  • Dave Suzuki: bass, drums, lead guitars

Voto medio utenti

E' arrivato il momento di dare un occhiata a quanto ci stanno proponendo i Vital Remains nella loro collezione primavera/estate 2007. Avevamo lasciato il gruppo alle prese con l'uscita della raccolta "Horrors Of Hell", che serviva a dimostrare come tutto sommato il gruppo avesse più di dieci anni di carriera alle spalle prima di far uscire il destabilizzante "Dechristianize", e che anche senza Glen Benton alla voce fossero riusciti a produrre materiale di valore. Era quindi arrivata l'ora di comporre qualcosa di nuovo, e questo qualcosa ha preso il malefico nome di "Icons of Evil", mostruosa creatura formata da nove canzoni più intro e da più di un'ora di musica intensa e malvagia, che si ripropone di continuare nella direzione tracciata dal già citato "Dechristianize". La struttura sonora, sempre inevitabilmente nelle mani di Dave "Superman" Suzuki è anche questa volta una miscela esplosiva di mitragliate violentissime condite con aperture melodiche e assoli raffinati, sorretti da un lavoro di batteria tanto preciso e pulito quanto debordante e schizzato. Ogni canzone contiene tonnellate di riffs sempre qualitativamente validi, sciorinati uno dopo l'altro con disinvoltura , ripresi, triturati e rimessi da parte per far posto alle parti successive. Tutto bene quindi, se non fosse che alla fine questa smisurata dimostrazione di forza e di talento è così eccessiva da risultare controproducente. Praticamente non si riesce a distinguere un brano dall'altro, e sono veramente poche le sonorità che alla fine rimangono in testa. Per non parlare della difficoltà immane di riuscire ad ascoltare l'intero album senza farsi cogliere dalla noia, tali e tante sono le idee proposte che alla fine tendono ad assomigliarsi tra loro. L'unica eccezione risulta essere la conclusiva "Disciples of Hell", una cadenzata monotempo della durata di "soli" 4 minuti che paga pegno ai Coroner di inizio carriera sia per i riffs che per gli assoli di stampo classicheggiante. Credo che la formula adottata dai Vital Remains stia incominciando a mostrare la corda, con "Dechristianize" abbiamo gridato al miracolo, con "Icons of Evil" riusciamo ancora a sbattere per bene la testolina, ma riusciremo veramente a sopportare un eventuale terzo album costruito sempre in questa maniera? Ai posteri l'ardua sentenza.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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