Copertina 8

Info

Anno di uscita:2007
Durata:57 min.
Etichetta:Interscope
Distribuzione:Warner

Tracklist

  1. IF I WAS YOUR VAMPIRE
  2. PUTTING HOLES IN HAPPINESS
  3. THE RED CARPET GRAVE
  4. THEY SAID THAT HELL'S NOT HOT
  5. JUST A CAR CRASH AWAY
  6. HEART-SHAPED GLASSES (WHERE THE HEART GUIDES THE HAND)
  7. EVIDENCE
  8. ARE YOU THE RABBIT?
  9. MUTILATION IS THE MOST SINCERE FORM OF FLATTERY
  10. YOU AND ME AND THE DEVIL MAKES 3
  11. EAT ME, DRINK ME
  12. HEART-SHAPED GLASSES (WHERE THE HEART GUIDES THE HAND) - INHUMAN REMIX BY JADE E PUGET

Line up

  • Marilyn Manson: vocals, percussions
  • Tim Sköld: guitars, bass, keyboards, programming

Voto medio utenti

Marilyn Manson è sempre stato un personaggio controverso, geniale ed allo stesso tempo fine stratega, che è riuscito a mietere quantità impressionanti di proseliti come di debrattori, ma alla fine è sempre li, al vertice e pronto a mantenere alto il suo status quo di rockstar. L'ultimo lavoro di Mr. Manson, 'Eat Me, Drink Me' è forse il dischetto più oscuro, mordibo e seducente di tutta la propria discografia, in grado di avvolgere e di muoversi come solamente in parte gli altri lavori erano riusciti. Certo, il mood e le atmosfere non sono più quelle sudice e sporche di 'Antichrist Superstar' o quelle gloomy di 'Mechanical Animal' o ancora quelle teatrali del precedente 'The Golden Age Of Grotesque', ma raggiungono un grado di assoluta oscurità, portando 'Eat Me, Drink Me' verso lidi gotici e forse più maligni, in cui anche i testi sembrano rispecchiare una lucida visione del debole, in cui emerge un acuto sapore acrido del sangue. Le canzoni sono molto dirette, anzi, derei decisamente dirette, lineari e senza troppi fronzoli, giocate più che altro sulle dinamiche di voce e sui suoni, sempre magnifici, anche nella loro torbidità. Gli arrangiamenti sono volutamente minimali e tutti i quasi 57 minuti sono giocati su tempi rallentati, se vogliamo bizzarri e figli di un retaggio da una parte chiaramente Wave e dall'altro più minimale ed elettronico, in cui l'amore di Manson per il ventennio scorso ritrova prepotentemente asilo. L'album si apre con 'If I Was Your Vampire', una song già divenuta must a partire dal titolo. Il brano in questione è inquietante, dall'incedere esasperato come un lento battito di cuore, e dal testo pieno di morboso, torbido e deviato amore...una song che si pone direttamente come una delle cose più gotiche che il nostro abbia mai composto. La seguente 'Putting Holes In Happiness' rappresenta una sorta di ballata, caratterizzata da un mega assolo in puro Metal style, che a primo acchito sembra cozzare con il resto, ma che poi si rivela bellissimo proprio per questa opposizione. 'The Red Carpet Grave' arriva con un incedere ibrido tra Eminem ed i Queens Of The Stone Age, ma anche qui si capisce come MM sia in grado di far suonare anche il più insulso riff come una innovazione. 'They Said That Hell's Not Hot' rientra un pochino di più nel calssico Manson style, con un chorus più tirato e groove, per poi arrivare ad un altra ballata decisamente sopra alle righe, anche questa minimale, ma piena di densa disperazione e di dramma. 'Heart-Shaped Glasses (Where The Heart Guides The Hand)' oramai non ha bisongo di presentazioni (per me è diventato un tormentone!), vuoi per la bontà della song stessa o per il video decisamente spinterello. 'Evidence' apre la seconda parte del dischetto, quella più Wave oriented, ed infatti il mood si fa un pochino più tonto e più ritmico, fino ad un ritorno al passato con 'Are You The Rabbit', dal sapore del MM che fu. Altro up tempo dal sapore di decade scorsa è 'Mutilation Is The Most Sincere Form Of Flattery', seguita dalla wavissima 'You And Me And The Devil Makes 3' e dalla titletrack 'Eat Me, Drink Me'... una sorta di tributo ai The Cure di 'Disintegration'. L'album si chiude con la versione Dance di 'Heart-Shaped Glasses (Where The Heart Guides The Hand)', sulla quale possiamo anche glissare. 'Eat Me, Drink Me' è un album molto gradevole e ben fatto, che forse ha bisogno solamente di un pochino di tempo per essere capito e digerito, ma che una volta assimilato sarà veramente difficile non apprezzarlo a livello di must di un artista che è solamente da ammirare, indipendentemente dall'amore o dall'odio che trasmette.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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