Finalmente arriva il debutto degli Illogo, i quali ci avevano già impressionati con il loro precedente demo, “Isteresi”.
Ammetto che molte erano le aspettative su questo disco, le quali non sono andate deluse.
“When Liquids Stay Dry” prende le mosse dal precedente demo, quindi ci riversa addosso un turbine di note dissonanti, malate, allucinate, disturbate e disturbanti.
Ancora una volta i numi tutelari sono da ricercarsi in bands come Today Is The Day e Unsane, senza dimenticare un certo mood che rimanda ad alcuni dei migliori acts del cosiddetto japponoise.
C’è una sola cosa che non mi convince di questo disco, anche se devo ammettere che questa cosa può essere vista da diverse prospettive, mutando quindi significato. Mi riferisco al fatto che l’estremismo degli Illogo si esplichi più a livello concettuale che musicale. Con ciò non voglio dire che la musica di questo disco sia moscia o leggera, anzi, ma è tale e tanto il “sorrow” ed il disagio psichico creato dalle vocals di Erik, dai passaggi in spoken word sussurrati, da quel sax che improvvisamente interrompe il climax paranoide delle canzoni, che spesso ci si ritrova, in un delirio masochistico, a desiderare maggiore aggressività e brutalità dalle songs.
Prendete ad esempio la title-track, sette minuti che dal punto di vista compositivo non sono propriamente miracolosi, preferendo indugiare sulla prolissa ripetitività di accordi dissonanti, estenuanti, sfinenti, tuttavia alla fine ci si ritrova immersi in un’atmosfera claustrofobica, deviata, malata, la quale viene subito ripresa dalla successiva “Retina-Scan”, il cui arpeggio è semplicemente terrificante, sensazione questa accentuata da un sax indefinibile, ossianico, apocalittico. Come mood siamo tranquillamente dalle parti degli Halo di “Guattari: From the West Flows Grey Ash & Pestilence”.
In realtà sono tante le influenze che via via vengono in mente, che citarle sarebbe impossibile, perché spesso queste si limitano ad essere dei semplici umori che vengono percepiti, e non vere e proprie ascendenze musicali.
Notevole aiuto al concept viene dall’artwork del disco, curato dall’artista Stefano Ricci, il quale ha saputo creare qualcosa di veramente personale e al tempo stesso inquietante.
“When Liquids Stay Dry” non è un capolavoro assoluto, a questo disco manca un livello di intensità sonora che forse solo con gli anni e le esperienze si acquisisce, ma per il resto siamo di fronte davvero a qualcosa di estremamente valido e quasi inedito per gli standard italici. Se volete farvi un giro dalle parti della follia questo dico è ciò che fa per voi. Supportate gli Illogo.
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