Ecco che anche i Freedom Call giungono al loro terzo album, e già su questo non ci avrebbero scommesso poi in molti (iettatori!!). Nati inizialmente come side project di Daniel Zimmermann, batterista dei Gamma Ray, e del cantante dei Moon'Doc Chris Bay, mi avevano strappato gemiti di entusiasmo con il loro debutto "Stairway to Fairyland", replicando con il più che discreto "Crystal Empire", che non aveva più dalla sua l'effetto sorpresa. Ero quindi curioso di vedere l'effetto di "Eternity" sulle mie orecchie. Diciamo che siamo sugli stessi livelli, il sound della band è riconoscibilissimo: Helloweeen meets Gamma Ray with a strizzatina of eye agli Avantasia, a lot di melodia e catchy chorus... e con Chris Bay che si piazza sempre a metà strada tra Kiske e Matos. Eppure qualche novità i Freedom Call riescono a piazzarla, e non mi riferisco solo alla sostituzione del chitarrista originale Sascha Gerstner con l'axeman dei Symphorce, Cédric Dupond, un fattore che comunque sopporta la mia impressione di un indurimento delle chitarre. Ecco così sulla veloce e power-symphonica "Ages of Power" arrivare a sorpresa un passaggio Black Metal, con tanto di screaming vocals che in mezzo a tanta melodia non stonano nemmeno. Altre novità, decisamente meno eclatanti, le troviamo su "Bleeding Heart", con l'apparizione di un pianoforte e di alcune chitarre acustiche, che poi riappaiono nella conclusiva semi-ballad "Turn Back Time", uno degli episodi migliori con i suoi toni quasi folk. Certo che l'opener "Metal Invasion" è un bel manifesto di intenti: parte con un coro rhapsodiano e poi vai con la doppia cassa di Daniel ed un Power Metal che inizia proprio lì dove erano finiti a so tempo i due "Keepers..". A seguire "Flying High" fa subito il paio, e già si è potuto notare l'ottimo lavoro svolto a livello vocale, non solo dal frontman Bay ma anche alle back vocals con ospiti d'eccezione come Oliver Hartmann e Tobias Sammet. La track list scorre fluida e veloce tra le melodie accattivanti che non mancano mai ai vari brani, ribadisco la mia predilezione per le già citate "Ages Of Power" e "Turn Back Time", per l'Helloweeniana "The Eyes Of The World" (con Bay sulle piste di Kiske) e per l'accoppiata "Land Of Light" e "Island Of Dreams" due dei brani più veloci e compatti dell'album. "Eternity" gode inoltre di un bellissimo artwork, nuovamente opera di Paul Raymond Gregory, e di una (stupenda) produzione curata da Zimmermann e Bay assieme a Charlie Bauerfeind... e si avvale anche dei miei favori.
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