Le si può dire di tutto, ma certamente non si può negare che Cadaveria sia un personaggio molto particolare della scena metal nostrana. Dopo essere stata per nove anni negli Opera IX decide di intraprendere la carriera solista e quindi di mettere su una band col proprio nome. Nascono così nel 2001 i Cadaveria, e questo “In your blood” è il loro terzo full length. Fin dal primo disco del 2002, “The shadows’ madame”, è apparsa chiara una cosa, e cioè che questa non è una band convenzionale. Non ha paura di osare e di mettersi in gioco di volta in volta, il tutto però sempre e comunque mantenendo un alto standard, qualitativamente parlando. Sono poche infatti le band in Italia che possono vantare una cura così maniacale di ogni aspetto legato alla realizzazione di un nuovo album. Non solo musica, quindi, ma anche un ricercato stile grafico, un look che si rinnova di release in release, un’ottima promozione pubblicitaria e via dicendo. Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che nonostante la particolarità della proposta le composizioni si assestano comunque su un livello medio alto, possiamo tranquillamente affermare che i Cadaveria hanno tutte le carte in regola per fare il grande salto e non penso di esagerare nel dire che se la proposta fosse leggermente più accessibile (chi ha detto Lacuna Coil?) i nostri non avrebbero problemi a sfondare anche oltre oceano. Partendo dal black metal della band madre, Cadaveria e Flegias (qui Marcelo Santos), con l’aiuto di Killer Bob (John dei Necrodeath) e di Frank Booth si sono saputi rinnovare e modernizzare, approdando ad un genere che se non è originale poco ci manca… Forti innesti elettronici misti ad un gothic/doom particolarmente oscuro, in cui sia le influenze black che quelle nu metal fanno di tanto in tanto capolino, questo è quanto proposto dai nostri, anche se la Season Of Mist li liquida con un semplice ma certamente più di effetto Horror Metal. La voce di Cadaveria è poi particolarmente istrionica, e passa senza problemi da registri più cupi e gotici a urla ai limiti dello screaming, e mai come in questo cd la singer piemontese si è messa in gioco spaziando e sperimentando più del solito. La produzione anche è molto buona, con suoni potenti ma nitidi al tempo stesso, con un’ottima distorsione per le chitarre e la voce della singer equalizzata in maniera molto equilibrata. Se proprio vogliamo cercare il classico pelo nell’uovo possiamo dire che “In your blood”, pur essendo un buon cd, non presenta particolari highlights. I pezzi sono tutti belli, ma si mantengono nella media, non c’è n’è uno che spicca più degli altri e proprio per questo motivo evito di segnalarvene alcuni in particolare. Questo è un cd che va ascoltato tutto di fila, proprio per riuscire a cogliere appieno il percorso musicale intrapreso dai nostri. Se riuscite ad ascoltare musica senza avere preconcetti legati a stupidi pregiudizi questo è un gran bel disco messo su da una band che ha le carte in regola. Se vi fermate al look o a parametri fin troppo restrittivi e elitari allora guardate pure altrove, “In your blood” non fa per voi…
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