Dopo il flop di “Revenge”, i ragazzi di Copenhagen ci riprovano con “Blade Of Triumph”, loro quarto disco all’attivo. Diciamo che i risultati sono cambiati in meglio. Si perché gli Iron Fire mostrano di aver imparato dai propri errori cercando di dare maggior presenza e personalità al proprio sound. Tutto sembra funzionare al meglio, dalla pesantezza delle chitarre composte dal duo J.J. e Backarach all’ottima base ritmica creata da Lund e Berglid ,alla trascinante prestazione vocale del criticato Martin Steene. Il disco in questione è caratterizzato da power songs aggressive ma melodiche allo stesso tempo. Si passa da classiche cavalcate con doppio pedale a tavoletta come nel caso della opener “Dragonheart” “Bridges Will Burn” e “Steel Invaders” a mid-tempo stile marcia di guerra di “Jackal’s Eye”, “Dawn Of Victory” e “Lord Of The Labyrinth.” Queste saranno le due tipologie di canzoni che caratterizzeranno il platter in questione. Il ritmo viene temporaneamente spezzato con “Legend Of The Magic Sword”, titolo pacchiano ma molto defender in cui la band si esibisce in una ballad semi-acustica e sognatrice che ci trasporta ai tempi di Re Artù. Gli Iron Fire ci salutano con la title track che riassume quanto già proposto in precedenza.
Con “Blade Of Triumph” Steene e soci ci offrono un’ottima prova, dando ragione alla Napalm Records che continua a credere in loro. Questa volta la spada ha trionfato e sicuramente mieterà vittime tra tutti coloro che di questo genere hanno fatto la loro raison d’etre.
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