I Primordial arrivano da un paese praticamente sconosciuto in ambito metal, l’Irlanda, e causa l’attrazione che provo per quella terra mi sono avvicinato al loro album con parecchio interesse. Ho sempre avuto dell’Irlanda l’immagine stereotipata di enormi prati di trifogli e di piccoli bar in cui ci si trova a sorseggiare una birra con gli amici la mattina presto, prima di andare a lavoro…ma nei Primordial la descrizione della loro patria passa attraverso il duro racconto della lotta di un uomo, di una razza, di una nazione, come scrive il gruppo stesso all’interno del booklet. Bellissimi testi, che trattano di storia, religione, cultura e di come esse possano influenzare le azioni e i pensieri degli uomini, e troviamo addirittura una manciata di versi “rubati” ad un antico poema irlandese. L’opener fa subito una buona impressione: un paio di riffoni melodici e dissonanti alla Ulver lasciano spazio ad improvvise aperture celtice di sapore squisitamente folk (di quello sincero), mentre la voce da semi-screaming si tramuta in una declamazione epica e maestosa proprio in corrispondenza del trascinante ritornello. Purtroppo andando avanti le idee si fanno più canoniche, mantenendosi comunque sempre sopra la media. Il problema principale sono alcune parti lente, in cui la band diventa troppo pretenziosa e prolissa…ed è un vero peccato, vista l’incisività mostrata in altre canzoni. Molto bella e particolare la voce del cantante, spesso simile a quella di un certo Vincent Cavanagh, e anche la musica nei momenti più gothicheggianti può ricordare le sonorità del capolavoro Eternity degli Anathema. C’è la stessa disperazione, che non è rassegnazione ma rabbia; una rabbia che possiamo comprendere solo leggendo le parole delle canzoni. “Storm Before Calm” è un album più che buono, pubblicato da un gruppo sulle scene ormai dal 1991 e decisamente sottovalutato da parte del pubblico metal. Consigliato a chi cerca qualcosa di epico e melanconico.
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