Se si mischiasse in un unico calderone il gothic a voce femminile à la Lacuna Coil, il progressive metal di scuola Dream Theater e Symphony X, il mood cupo dei primi Evergrey, e se si insaporisse il tutto con tanto entusiasmo e voglia di fare, il risultato che potrebbe ottenersi sarebbe qualcosa di molto vicino a ciò che i nostrani Black Diamond hanno confezionato per il loro primo demo, "Imprisoned Dream".
Attivi dalla fine del 2004, i Nostri hanno passato il 2005 a rodarsi sul palcoscenico, cercando l'affiatamento necessario per poter scrivere, comporre ed arrangiare i pezzi che sarebbe poi andati a finire in questa loro prima registrazione semi-professionale.
Il prodotto finale è proprio questo "Imprisoned Dreams", che non si rivela come un'opera sine-qua-non, ma più come una promessa di un futuro non troppo lontano, che potrà essere mantenuta, per la gioia di tutti, a patto di crescere e saper fare le scelte giuste.
Già oggi, comunque, non si può tacere la gradita sorpresa che il dischetto suscita nell'ascoltatore, il quale probabilmente mai si sarebbe aspettato da un manipolo di ragazzi così giovani la maturità e la determinazione che invece vengono sciorinati lungo la ventina minuti scarsi del demo. A colpire positivamente é innanzitutto la prova della cantante Graziachiara Melissa, dotata di una timbrica potente e piuttosto personale, certo per alcuni versi ancora acerba ma molto espressiva. A dimostrazione di ciò, arriva "December winds", ballad romantica anche se un po' canonica, con un testo scritto parzialmente in italiano, per intenderci un po' come fanno L'aura o a volte gli stessi Lacuna Coil. La vocalist non ruba comunque tutta la scena, colpiscono piacevolmente anche le capacità di tutti gli altri membri della band, e parliamo delle linee ritmiche del batterista Aris Volpe, ricercate e dal buon groove, peraltro ben sostenute dal basso di Enzo Russo, dei riff e dei soli di chitarra (validi soprattutto per la scelta delle note) di Dino Russo, e infine degli interventi di tastiera, discreti ma fondamentali, di Simone Mezzapesa.
Le canzoni che i Nostri ci propongono risultano subito accattivanti e godibili, magari ancora perfezionabili in alcuni aspetti del songwriting, ma dal sicuro impatto emotivo. Il pezzo più rappresentativo e secondo noi meglio riuscito del lotto è "Lake Of Melancholy (when somebody dies)", canzone che da un intro d'estrazione quasi funky prende lo spunto per poi snodarsi nell'alternanza di parti più melodiche,ritornelli veloci ed energici e sezioni strumentali tipiche del prog metal - che magari alcuni definirebbero manieriste, anche se scritte in modo così equilibrato e suonate con la padronanza dimostrata dai Black Diamond. Per completezza, diciamo anche che meno efficace ci sembra essere l'opener "Fallen Angel", che peraltro propone un buon dialogo tra female vocals e parti in growl (crediamo eseguite dal chitarrista Dino Russo).
Un demo da ascoltare, dunque, per una band che sembra avere le carte in regola per fare ottime cose in futuro e per questo da tenere sicuramente d'occhio.

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